Il rapporto tra natura e fede religiosa, al di fuori dell’età classica, andò incontro a un capovolgimento. Anche l’atteggiamento verso la malattia e la morte – che rappresentano la dimensione dolorosa della rottura di questo equilibrio - diventa più problematico. La medicina scientifica dell’antichità non è più in grado di affrontarlo. La disarmonia con la natura in Aristide si esprime in una visione della stessa come nemica e portatrice di ansie e angosce, soprattutto sotto forma dell’elemento acqua. La natura non ha identità, non è né amica né nemica ma solo strumento di mediazione divina. Tutto ciò che possiamo definire come attinente alla natura può essere fonte di terrore e dolore. Può esserlo anche di benessere e salute, purché sia mediato dal dio protettore. Nel testo cristiano la percezione dell’elemento acqua evidenzia una diversa percezione della natura. Per Perpetua, infatti, l’acqua, presente soprattutto nella dimensione onirica, assume i valori simbolici di una soteriologia ultraterrena.
Titolo: | Natura e paura nella dimensione religiosa di pagani e cristiani. I casi di Elio Aristide e Perpetua |
Autori interni: | |
Data di pubblicazione: | 2011 |
Handle: | http://hdl.handle.net/20.500.11769/64136 |
ISBN: | 978-88-8137-466-3 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |