Carmen Martín Gaite, in "Caperucita en Manhattan", attraverso la riscrittura della favola di "Cappuccetto Rosso", tenta prima di tutto di risolvere il «corpo-a-corpo con la madre» (così come lo intende Irigaray), di sfaldare uno dei grandi miti coesivi della società occidentale , (il «pensiero unico» sul)la maternità e, per proporre invece positive "genealogie femminili", da intendersi (con Irigaray ma anche Muraro) come nuove forme di identità/cooperazione/solidarietà coerenti con modelli di femminilità autocentrati.

Dalla fiaba al romanzo. Nuove genealogie femminili in "Caperucita en Manhattan" di Carmen Martín Gaite

FABIANI, ANITA
2011-01-01

Abstract

Carmen Martín Gaite, in "Caperucita en Manhattan", attraverso la riscrittura della favola di "Cappuccetto Rosso", tenta prima di tutto di risolvere il «corpo-a-corpo con la madre» (così come lo intende Irigaray), di sfaldare uno dei grandi miti coesivi della società occidentale , (il «pensiero unico» sul)la maternità e, per proporre invece positive "genealogie femminili", da intendersi (con Irigaray ma anche Muraro) come nuove forme di identità/cooperazione/solidarietà coerenti con modelli di femminilità autocentrati.
2011
978-88-498-3163-4
Carmen Martín Gaite; Genealogie femminili; Riscritture
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