Il saggio costituisce parte del percorso di una ricerca empirica condotta su un campione di province italiane in relazione alle modalità di attuazione e implementazione dell’art. 75 del DPR 309/90 e all’impatto sui consumatori di sostanze psicoattive illegali. Il lavoro intende mostrare come più di altri ambiti, quello delle politiche di prevenzione e contrasto dell’uso di sostanze illegali riflette un processo di trasformazione nel corso del quale la funzione di controllo sociale viene sempre meno ristretta a politiche e tecniche tradizionalmente a essa preposte (principalmente quelle penali). Tale funzione caratterizza sempre più altre politiche (come quelle sociali ma anche di pianificazione territoriale) e i relativi processi regolativi. Chiarita l’impossibilità di equilibri definitivi, di soluzioni ultime, la ricerca di un equilibrio tra la funzione repressivo-sanzionatoria e la funzione preventivo-terapeutica - che derivano da “tipi” di politiche per loro natura differenti (penali e sociali) - assegnata all’art. 75, avviene in un processo di interazione “locale” sullo sfondo generale di una “separazione dei poteri” ridefinita attraverso la procedimentalizzazione dei processi di decision making che presiedono all’implementazione di tali politiche. In questo quadro, la forma assunta dalle politiche di controllo è strettamente connessa ai processi di trasformazione che in vario modo hanno riguardato il contesto internazionale (le politiche europee di contrasto alle dipendenze), il contesto nazionale (la ri-definizione del ruolo di indirizzo del governo centrale) e i singoli contesti locali considerati nella loro dimensione di “unicità” (i modi in cui a livello locale è avvenuta la trasformazione delle pubbliche amministrazioni e delle funzioni a esse preposte). Cioè, il significato (giuridico) attribuito all’art. 75, prima e dopo la riforma, costituisce il “risultato” di un processo istituzionale in cui, in relazione al senso che assume per gli attori sociali, diviene possibile comprendere il ruolo che le politiche di controllo hanno avuto nel prevenire, o, meglio, nel determinare talune situazioni sociali (come l’assunzione di sostanze stupefacenti) considerate “a rischio”. Per tali ragioni, una ricostruzione degli assetti istituzionali e organizzativi dei NOT può contribuire alla messa a fuoco delle dinamiche istituzionali entro cui il loro operato assume contenuto.

Evoluzione della prefettura e istituzione dei NOT

DE FELICE, DEBORAH
2011-01-01

Abstract

Il saggio costituisce parte del percorso di una ricerca empirica condotta su un campione di province italiane in relazione alle modalità di attuazione e implementazione dell’art. 75 del DPR 309/90 e all’impatto sui consumatori di sostanze psicoattive illegali. Il lavoro intende mostrare come più di altri ambiti, quello delle politiche di prevenzione e contrasto dell’uso di sostanze illegali riflette un processo di trasformazione nel corso del quale la funzione di controllo sociale viene sempre meno ristretta a politiche e tecniche tradizionalmente a essa preposte (principalmente quelle penali). Tale funzione caratterizza sempre più altre politiche (come quelle sociali ma anche di pianificazione territoriale) e i relativi processi regolativi. Chiarita l’impossibilità di equilibri definitivi, di soluzioni ultime, la ricerca di un equilibrio tra la funzione repressivo-sanzionatoria e la funzione preventivo-terapeutica - che derivano da “tipi” di politiche per loro natura differenti (penali e sociali) - assegnata all’art. 75, avviene in un processo di interazione “locale” sullo sfondo generale di una “separazione dei poteri” ridefinita attraverso la procedimentalizzazione dei processi di decision making che presiedono all’implementazione di tali politiche. In questo quadro, la forma assunta dalle politiche di controllo è strettamente connessa ai processi di trasformazione che in vario modo hanno riguardato il contesto internazionale (le politiche europee di contrasto alle dipendenze), il contesto nazionale (la ri-definizione del ruolo di indirizzo del governo centrale) e i singoli contesti locali considerati nella loro dimensione di “unicità” (i modi in cui a livello locale è avvenuta la trasformazione delle pubbliche amministrazioni e delle funzioni a esse preposte). Cioè, il significato (giuridico) attribuito all’art. 75, prima e dopo la riforma, costituisce il “risultato” di un processo istituzionale in cui, in relazione al senso che assume per gli attori sociali, diviene possibile comprendere il ruolo che le politiche di controllo hanno avuto nel prevenire, o, meglio, nel determinare talune situazioni sociali (come l’assunzione di sostanze stupefacenti) considerate “a rischio”. Per tali ragioni, una ricostruzione degli assetti istituzionali e organizzativi dei NOT può contribuire alla messa a fuoco delle dinamiche istituzionali entro cui il loro operato assume contenuto.
2011
978-88-568-4172-5
evoluzione normativa; procedimentalizzazione; valutazione
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