Against a background of concepts relevant to the issue of migration, such as cultural hybrity and the close interweaving of culture and language, the paper seeks to shed light on the phenomenon of the construction of plural identities by multilingual people who on the basis of both their inner and outer plurilinguism shape language in a completely new performative manner. Unlike the approach taken by those authors who below to the strand of transcultural literature, however, this new language does not serve to describe the disconnection between to worlds caused by the migration situation, but rather to express the individual's own identity in a third place that is part of a transcultural communication space. Taking Emine Sevgi Özdamar's literary texts as an example, the paper seeks to explore the way these performative re-stagings are carried out. The focus is on the theme of language itself as a place where conscious experimentation wih the new language codification forms is performed, with the dimension of figurativeness, corporeality and spatiality acquiring a central role and the consciously enacted mixing and cross-breeding of different language codes making a decisive contribution to the Turkish author's attempt to identify her cultural space.

Prendendo le mosse da concetti fondamentali che riguardano la problematica della migrazione quali l’ibridità culturale e i nessi stretti fra cultura e lingua, il presente contributo si prefigge di esaminare il fenomeno della costruzioni di identità plurali da parte di persone plurilingue le quali, sulla base del loro “plurilinguismo interno ed esterno”, trasformano la lingua attraverso un procedimento performativo del tutto inedito. A partire da tale approccio le autrici e gli autori appartenenti alla letteratura transculturale non tanto utilizzano questa nuova lingua per descrivere la sconnessione delle parole riconducibile alla loro situazione di migrazione quanto per esprimere la propria identità individuale all’interno di un “third place” il quale appartiene allo spazio communicativo transculturale. Prendendo come esempio i testi letterari di Emine Sevgi Özdamar si cerca di esplorare le modalità e le strategie stilistiche attraverso le quali tale creatività performativa viene realizzata. L’attenzione è centrata sul tema della lingua stessa come luogo dove si sperimenta in maniera consapevole un nuovo codice linguistico, la dimensione figurativa nonché quella della corporeità e spazialità. La mescolanza e l’incrocio di diversi codici linguistici costituiscono un elemento decisivo per l’intento dell’autrice turca teso a definire la sua identità culturale.

"Ich drehte meine Zunge ins Deutsche, und plötzlich war ich glücklich." Sprachbewusstheit und Neuinszenierungen zum Thema Sprache in den Texten Emine Sevgi Özdamars

BAUMANN, BEATE ANNA
2010-01-01

Abstract

Against a background of concepts relevant to the issue of migration, such as cultural hybrity and the close interweaving of culture and language, the paper seeks to shed light on the phenomenon of the construction of plural identities by multilingual people who on the basis of both their inner and outer plurilinguism shape language in a completely new performative manner. Unlike the approach taken by those authors who below to the strand of transcultural literature, however, this new language does not serve to describe the disconnection between to worlds caused by the migration situation, but rather to express the individual's own identity in a third place that is part of a transcultural communication space. Taking Emine Sevgi Özdamar's literary texts as an example, the paper seeks to explore the way these performative re-stagings are carried out. The focus is on the theme of language itself as a place where conscious experimentation wih the new language codification forms is performed, with the dimension of figurativeness, corporeality and spatiality acquiring a central role and the consciously enacted mixing and cross-breeding of different language codes making a decisive contribution to the Turkish author's attempt to identify her cultural space.
2010
978-3-7069-0609-8
Prendendo le mosse da concetti fondamentali che riguardano la problematica della migrazione quali l’ibridità culturale e i nessi stretti fra cultura e lingua, il presente contributo si prefigge di esaminare il fenomeno della costruzioni di identità plurali da parte di persone plurilingue le quali, sulla base del loro “plurilinguismo interno ed esterno”, trasformano la lingua attraverso un procedimento performativo del tutto inedito. A partire da tale approccio le autrici e gli autori appartenenti alla letteratura transculturale non tanto utilizzano questa nuova lingua per descrivere la sconnessione delle parole riconducibile alla loro situazione di migrazione quanto per esprimere la propria identità individuale all’interno di un “third place” il quale appartiene allo spazio communicativo transculturale. Prendendo come esempio i testi letterari di Emine Sevgi Özdamar si cerca di esplorare le modalità e le strategie stilistiche attraverso le quali tale creatività performativa viene realizzata. L’attenzione è centrata sul tema della lingua stessa come luogo dove si sperimenta in maniera consapevole un nuovo codice linguistico, la dimensione figurativa nonché quella della corporeità e spazialità. La mescolanza e l’incrocio di diversi codici linguistici costituiscono un elemento decisivo per l’intento dell’autrice turca teso a definire la sua identità culturale.
Plurilinguismo; Performatività linguistica; Ibridità culturale
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