Rossana Sampugnaro FARE CAMPAGNA FUORI DAI MEDIA. TENDENZE POSTMODERNE E PERSISTENZE TRADIZIONALI A CATANIA: UN CONFRONTO FRA AMMINISTRATIVE ED EUROPEE ABSTRACT. Dopo un periodo caratterizzato dal prevalere della comunicazione mediale nell’organizzazione strategica della campagna, l’azione politica nell’epoca delle campagne permanenti riscopre la rilevanza della comunicazione diretta con l’attivazione e la gestione di milioni di contatti interpersonali, di mediazioni associative, di “reti di reti”. Questa strategia è confortata dagli studi sulla mobilitazione politica che convergono nel sottolineare la relazione tra attivazione diretta dell’elettore e comportamento elettorale. Tuttavia le campagne post-moderne segnalano un nuovo utilizzo della comunicazione face to face, orientata da sofisticati studi sulla segmentazione dell’elettorato e proprio per questo selettiva nella scelta dei soggetti. Lo studio si propone di studiare la diffusione e la capacità di penetrazione della comunicazione “fuori dai media” nel corso di due campagne elettorali (Amministrative 2003, Europee 2004) in Sicilia, presupponendo che esistano – in ragione delle tradizioni politiche e del tipo di competizione elettorale – modelli di utilizzazione diversi degli strumenti di mobilitazione diretta. I dati analizzati si riferiscono all’esposizione di una selezione di nuclei familiari all’attività di campagna realizzate dai candidati. Dallo studio emerge che la comunicazione diretta attivata da candidati e partiti, mantiene una larga capacità di penetrazione nel corpo elettorale ma che soprattutto consente potenzialmente di arrivare laddove la comunicazione di massa si arresta. Da un certo punto di vista la campagna “fuori dai media”, basata su rapporti faccia a faccia, mette in crisi il principio della selettività che risulta indispensabile per comprendere la fruizione o la mancata fruizione di rubriche di approfondimento politico o dei telegiornali. I soggetti politici riescono a raggiungere le famiglie a prescindere dalla volontà di queste ultime di acquisire informazioni sulla campagna elettorale, anche in presenza di una disaffezione del cittadino nei confronti della politica. Da questo punto di vista, in Sicilia, la capacità di mobilitazione della Casa delle Libertà appare notevolmente superiore a quella del Centro-Sinistra, sia sotto il profilo della sollecitazione diretta di candidati, partiti e sostenitori, sia sotto quello della mobilitazione indiretta. Quest’ultima, resa possibile dall’attivazione della rete amicale e parentale e delle reti associative del cittadino “sollecitato”, si rivela fondamentale per contenere la marginalità politica. Anche se gli strumenti utilizzati non ci consentono di stabilire quale sia il rapporto tra mobilitazione diretta o indiretta, la presenza di quest’ultima consente di mitigare la perifericità di talune categorie di elettori. La famiglia, come cassa di amplificazione della campagna elettorale, diventa agente di mobilitazione politica consentendo a gruppi tradizionalmente più marginali — come i giovani e le donne — di ricevere dalla rete familiare informazioni e stimoli che possono diventare fondamentali per la partecipazione.

FARE CAMPAGNA FUORI DAI MEDIA. TENDENZE POSTMODERNE E PERSISTENZE TRADIZIONALI A CATANIA: UN CONFRONTO TRA AMMINISTRATIVE ED EUROPEE

SAMPUGNARO, ROSSANA
2007-01-01

Abstract

Rossana Sampugnaro FARE CAMPAGNA FUORI DAI MEDIA. TENDENZE POSTMODERNE E PERSISTENZE TRADIZIONALI A CATANIA: UN CONFRONTO FRA AMMINISTRATIVE ED EUROPEE ABSTRACT. Dopo un periodo caratterizzato dal prevalere della comunicazione mediale nell’organizzazione strategica della campagna, l’azione politica nell’epoca delle campagne permanenti riscopre la rilevanza della comunicazione diretta con l’attivazione e la gestione di milioni di contatti interpersonali, di mediazioni associative, di “reti di reti”. Questa strategia è confortata dagli studi sulla mobilitazione politica che convergono nel sottolineare la relazione tra attivazione diretta dell’elettore e comportamento elettorale. Tuttavia le campagne post-moderne segnalano un nuovo utilizzo della comunicazione face to face, orientata da sofisticati studi sulla segmentazione dell’elettorato e proprio per questo selettiva nella scelta dei soggetti. Lo studio si propone di studiare la diffusione e la capacità di penetrazione della comunicazione “fuori dai media” nel corso di due campagne elettorali (Amministrative 2003, Europee 2004) in Sicilia, presupponendo che esistano – in ragione delle tradizioni politiche e del tipo di competizione elettorale – modelli di utilizzazione diversi degli strumenti di mobilitazione diretta. I dati analizzati si riferiscono all’esposizione di una selezione di nuclei familiari all’attività di campagna realizzate dai candidati. Dallo studio emerge che la comunicazione diretta attivata da candidati e partiti, mantiene una larga capacità di penetrazione nel corpo elettorale ma che soprattutto consente potenzialmente di arrivare laddove la comunicazione di massa si arresta. Da un certo punto di vista la campagna “fuori dai media”, basata su rapporti faccia a faccia, mette in crisi il principio della selettività che risulta indispensabile per comprendere la fruizione o la mancata fruizione di rubriche di approfondimento politico o dei telegiornali. I soggetti politici riescono a raggiungere le famiglie a prescindere dalla volontà di queste ultime di acquisire informazioni sulla campagna elettorale, anche in presenza di una disaffezione del cittadino nei confronti della politica. Da questo punto di vista, in Sicilia, la capacità di mobilitazione della Casa delle Libertà appare notevolmente superiore a quella del Centro-Sinistra, sia sotto il profilo della sollecitazione diretta di candidati, partiti e sostenitori, sia sotto quello della mobilitazione indiretta. Quest’ultima, resa possibile dall’attivazione della rete amicale e parentale e delle reti associative del cittadino “sollecitato”, si rivela fondamentale per contenere la marginalità politica. Anche se gli strumenti utilizzati non ci consentono di stabilire quale sia il rapporto tra mobilitazione diretta o indiretta, la presenza di quest’ultima consente di mitigare la perifericità di talune categorie di elettori. La famiglia, come cassa di amplificazione della campagna elettorale, diventa agente di mobilitazione politica consentendo a gruppi tradizionalmente più marginali — come i giovani e le donne — di ricevere dalla rete familiare informazioni e stimoli che possono diventare fondamentali per la partecipazione.
2007
978-88-464-8150-4
ELECTORAL CAMPAIGN; ELECTORAL MOBILIZATION; POLITICAL COMMUNICATION; CAMPAGNE ELETTORALI; MOBILITAZIONE ELETTORALE; COMUNICAZIONE POLITICA
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