Questo numero di Lexia intende rilanciare la ri essione semiotica sul rapporto tra città e memoria culturale a partire dal ruolo assunto oggi dal patrimonio culturale all’interno dello spazio urbano. Da una parte la città rappresenta il luogo del ricordo collettivo per eccellenza: spazio pubblico, “messa in scena” d’identità (storiche, politiche, ideologiche, collettive, sociali) e trama di luoghi della memoria (“locus di memoria collettiva”, per usare la nota espressione di Aldo Rossi). Dall’altra parte, la città è anche spazio dinamico in continua ride nizione, luogo palinsestuale in cui tracce e segni della storia e della memoria si sedimentano, si accumulano e si strati cano, generando e etti di senso complessi e mutevoli. La città e la sua memoria sono incessantemente – e spesso in misura molto rapida e pervasiva – soggette a processi di trasformazione e ri-semantizzazione tanto spontanei quanto istituzionali. La scelta di una prospettiva urbana è dunque funzionale alla comprensione del ruolo attivo che lo heritage gioca nell’arena delle scelte politiche che  niscono col plasmare la scena urbana e la vita delle comunità che la abitano. Nella dimensione urbana diventano più evidenti e comprensibili il ruolo processuale e progettuale (e perciò anche con ittuale) del patrimonio culturale, la pluralità delle sue interpretazioni, le possibilità e i limiti della loro convivenza. Partendo da queste premesse, questo numero di Lexia raccoglie contributi che mirano a reinquadrare la questione da molteplici punti di vista e a ri ettere sugli svariati signi cati dello urban heritage. Obiettivo del volume è scandagliare la complessità di tale nozione, le pratiche e le dinamiche di negoziazione e attribuzione di senso che lo animano: in primo luogo lo spazio urbano, inteso come teatro di messa in scena d’identità e memorie collettive; in secondo luogo, il con itto, da intendere nella sua accezione più ampia di scontro e incontro tra assiologie e soggettività diverse. Il ruolo dello urban heritage emerge allora non come eredità statica, ma soprattutto come pratica quotidiana di (ri) produzione e (ri)negoziazione degli strati urbani della memoria.

Patrimoni urbani: traduzioni, esplosioni, conflitti

Vitale, Maria Rosaria;
2024-01-01

Abstract

Questo numero di Lexia intende rilanciare la ri essione semiotica sul rapporto tra città e memoria culturale a partire dal ruolo assunto oggi dal patrimonio culturale all’interno dello spazio urbano. Da una parte la città rappresenta il luogo del ricordo collettivo per eccellenza: spazio pubblico, “messa in scena” d’identità (storiche, politiche, ideologiche, collettive, sociali) e trama di luoghi della memoria (“locus di memoria collettiva”, per usare la nota espressione di Aldo Rossi). Dall’altra parte, la città è anche spazio dinamico in continua ride nizione, luogo palinsestuale in cui tracce e segni della storia e della memoria si sedimentano, si accumulano e si strati cano, generando e etti di senso complessi e mutevoli. La città e la sua memoria sono incessantemente – e spesso in misura molto rapida e pervasiva – soggette a processi di trasformazione e ri-semantizzazione tanto spontanei quanto istituzionali. La scelta di una prospettiva urbana è dunque funzionale alla comprensione del ruolo attivo che lo heritage gioca nell’arena delle scelte politiche che  niscono col plasmare la scena urbana e la vita delle comunità che la abitano. Nella dimensione urbana diventano più evidenti e comprensibili il ruolo processuale e progettuale (e perciò anche con ittuale) del patrimonio culturale, la pluralità delle sue interpretazioni, le possibilità e i limiti della loro convivenza. Partendo da queste premesse, questo numero di Lexia raccoglie contributi che mirano a reinquadrare la questione da molteplici punti di vista e a ri ettere sugli svariati signi cati dello urban heritage. Obiettivo del volume è scandagliare la complessità di tale nozione, le pratiche e le dinamiche di negoziazione e attribuzione di senso che lo animano: in primo luogo lo spazio urbano, inteso come teatro di messa in scena d’identità e memorie collettive; in secondo luogo, il con itto, da intendere nella sua accezione più ampia di scontro e incontro tra assiologie e soggettività diverse. Il ruolo dello urban heritage emerge allora non come eredità statica, ma soprattutto come pratica quotidiana di (ri) produzione e (ri)negoziazione degli strati urbani della memoria.
2024
979-12-218-0415-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/654809
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