I movimenti Locally Unwanted Land Use (LULU), ovvero legati alla mobilitazione locale contro usi indesiderati del territorio – dalla costruzione di grandi infrastrutture stradali ai gasdotti, dagli inceneritori alle basi militari – sono una costante dell’azione collettiva contemporanea in Italia e in altri Paesi. Nonostante siano spesso etichettati negativamente come NIMBY (Not In My Back Yard ) da politici e media mainstream, i movimenti territoriali hanno dato e danno voce alle rivendicazioni delle comunità locali, andando oltre la dimensione localistica (NOPE, Not On the Planet Earth), per evidenziare in termini più generali le contraddizioni socio-ambientali che si celano dietro questi usi del territorio e sviluppando strategie multi-livello per contestare il modello di sviluppo dominante, proponendo al contempo soluzioni e modelli alternativi. In questo capitolo, dopo aver inquadrato il fenomeno da un punto di vista teorico attraverso la rassegna della letteratura scientifica, saranno brevemente ricostruiti alcuni casi empirici tra i più longevi e significativi in Italia, quali i movimenti No TAV in Val di Susa e No MUOS in Sicilia. Partendo da questi due casi, analizzeremo le strutture organizzative dei movimenti LULU e le risorse usate dagli attivisti, i loro schemi interpretativi (frames) e le loro rivendicazioni, i repertori d’azione utilizzati, e, infine, la struttura delle opportunità politiche multilivello con cui si sono confrontati.
Conflitti LULU e movimenti territoriali: i casi No TAV e No MUOS
Gianni Piazza;Paola Imperatore
2025-01-01
Abstract
I movimenti Locally Unwanted Land Use (LULU), ovvero legati alla mobilitazione locale contro usi indesiderati del territorio – dalla costruzione di grandi infrastrutture stradali ai gasdotti, dagli inceneritori alle basi militari – sono una costante dell’azione collettiva contemporanea in Italia e in altri Paesi. Nonostante siano spesso etichettati negativamente come NIMBY (Not In My Back Yard ) da politici e media mainstream, i movimenti territoriali hanno dato e danno voce alle rivendicazioni delle comunità locali, andando oltre la dimensione localistica (NOPE, Not On the Planet Earth), per evidenziare in termini più generali le contraddizioni socio-ambientali che si celano dietro questi usi del territorio e sviluppando strategie multi-livello per contestare il modello di sviluppo dominante, proponendo al contempo soluzioni e modelli alternativi. In questo capitolo, dopo aver inquadrato il fenomeno da un punto di vista teorico attraverso la rassegna della letteratura scientifica, saranno brevemente ricostruiti alcuni casi empirici tra i più longevi e significativi in Italia, quali i movimenti No TAV in Val di Susa e No MUOS in Sicilia. Partendo da questi due casi, analizzeremo le strutture organizzative dei movimenti LULU e le risorse usate dagli attivisti, i loro schemi interpretativi (frames) e le loro rivendicazioni, i repertori d’azione utilizzati, e, infine, la struttura delle opportunità politiche multilivello con cui si sono confrontati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.