Le culture umane, la presenza stessa dell’umano e della vita sul nostro pianeta, sono naturalmente fenomeni e realtà del tutto effimere, di nessun peso nel volgere infinito ed eterno delle galassie, dell’energia instancabile della materia. Ma se vogliamo occuparcene, come Platone ci suggerisce nonostante egli pienamente ammetta tale insignificanza – «ἔστι δὴτοίνυν τὰ τῶν ἀνθρώπων πράγματα μεγάλης μὲν σπουδῆς οὐκ ἄξια, ἀναγκαῖόν γε μὴνσπουδάζειν: τοῦτο δὲ οὐκ εὐτυχές. […] ἄνθρωπον δέ, ὅπερ εἴπομεν ἔμπροσθεν, θεοῦ τιπαίγνιον εἶναι μεμηχανημένον. È vero che le vicende umane non meritano che ci si interessi molto di loro, bisogna però occuparsene, per quanto la cosa possa risultare ingrata. […] L’umano, come dicevamo prima, è soltanto un giocattolo fabbricato dagli dèi» (Leggi, 803 b-c). – allora ha senso cercare di cogliere identità e differenze tra le varie epoche e luoghi nei quali l’umanità sparge la propria presenza e scandisce il proprio tempo. Uno di questi luoghi è l’Europa. Che cosa infatti significa Europa? Che cosa vuol dire essere europei? Le risposte possibili sono ovviamente numerose, ricche e plausibili. In questo saggio ne propongo una molto semplice: l’Europa è lo spazio della metafisica, intesa quale scienza capace di cogliere, analizzare e descrivere l’essere come tempo e μεταβολή. A uno sguardo attento alla storia della filosofia, alle sue domande, alle sue grandi articolazioni, appare infatti chiaro che uno dei fondamenti del pensiero europeo è proprio il divenire come identità di realtà e metamorfosi, di essere e tempo, come struttura che si trasforma di continuo senza dissolversi mai.

Europa e metafisica

Alberto Giovanni Biuso
2025-01-01

Abstract

Le culture umane, la presenza stessa dell’umano e della vita sul nostro pianeta, sono naturalmente fenomeni e realtà del tutto effimere, di nessun peso nel volgere infinito ed eterno delle galassie, dell’energia instancabile della materia. Ma se vogliamo occuparcene, come Platone ci suggerisce nonostante egli pienamente ammetta tale insignificanza – «ἔστι δὴτοίνυν τὰ τῶν ἀνθρώπων πράγματα μεγάλης μὲν σπουδῆς οὐκ ἄξια, ἀναγκαῖόν γε μὴνσπουδάζειν: τοῦτο δὲ οὐκ εὐτυχές. […] ἄνθρωπον δέ, ὅπερ εἴπομεν ἔμπροσθεν, θεοῦ τιπαίγνιον εἶναι μεμηχανημένον. È vero che le vicende umane non meritano che ci si interessi molto di loro, bisogna però occuparsene, per quanto la cosa possa risultare ingrata. […] L’umano, come dicevamo prima, è soltanto un giocattolo fabbricato dagli dèi» (Leggi, 803 b-c). – allora ha senso cercare di cogliere identità e differenze tra le varie epoche e luoghi nei quali l’umanità sparge la propria presenza e scandisce il proprio tempo. Uno di questi luoghi è l’Europa. Che cosa infatti significa Europa? Che cosa vuol dire essere europei? Le risposte possibili sono ovviamente numerose, ricche e plausibili. In questo saggio ne propongo una molto semplice: l’Europa è lo spazio della metafisica, intesa quale scienza capace di cogliere, analizzare e descrivere l’essere come tempo e μεταβολή. A uno sguardo attento alla storia della filosofia, alle sue domande, alle sue grandi articolazioni, appare infatti chiaro che uno dei fondamenti del pensiero europeo è proprio il divenire come identità di realtà e metamorfosi, di essere e tempo, come struttura che si trasforma di continuo senza dissolversi mai.
2025
9788849883947
Corrado Giarratana, cosmo, EuRoad, Europa, materia, metafisica, ontologia, tempo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/669135
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