In recent decades, the traditional approach to epigraphic evidence (i.e. the study of a text as it appears on the page) has been applied also to texts from the Roman limes on the Euphrates, with significant results. This type of investigation, however, can be somewhat misleading outside the purely linguistic domain and even there it has sometimes led – as remarked in MacDonald 1998 – to “fantastic philological gymnastics” (see also Février 1989). Since the “one-size-fits-all” approach has so far not proved very effective in the study of both linguistic and cultural contacts in the Roman- Parthian Near East, especially in the Middle Euphrates region – where, paradoxically, the testimony of Dura Europos may be a problem, because its abundance contrasts with the scarcity of material from other sites (Gnoli 2007) – we believe that, in epigraphy, the traditional notion of “literacy” should be used in a much broader sense than the usual “reading/writing” (passive/ active) pair, as “media literacy”. When applied to epigraphic evidence, “media literacy”, which is primarily “visual” in nature, may allow for the joint “visual processing” of both orthographic and non-orthographic symbols (i.e. letters and images, respectively), which may well overlap, in cases of low literacy (Brooks 2010). Starting with the evidence from Kifrin, a Roman stronghold on the Estratto 120 Marco Moriggi Euphrates (1st-3rd centuries A.D., Moriggi 2020), this paper provides an overview on the state of research on the “visual literacy” of the Roman limes, revealing new insights and posing questions about the cultural interactions taking place on the eternal “frontier” between the Roman and Parthian empires.

Negli ultimi decenni, il tradizionale approccio alle evidenze epigrafiche (= lo studio del testo così come appare sulla pagina) è stato applicato anche ai testi del limes romano lungo l’Eufrate, con significativi risultati. Questo tipo di indagine, tuttavia, può risultare alquanto fuorviante al di fuori dell’ambito puramente linguistico e anche in quel caso ha portato talvolta – come rimarca MacDonald 1998 – a “fantastic philological gymnastics”(si veda anche Février 1989), poiché l’approccio “one-size-fits-all” non si è rivelato finora molto efficace nello studio dei contatti sia linguistici sia culturali nel Vicino Oriente partico-romano, specialmente nella regione del medio Eufrate – laddove, paradossalmente, la testimonianza di Dura Europos potrebbe essere un problema, vista la sua abbondanza in contrasto con la scarsità di materiale dagli altri siti (Gnoli 2007) – e crediamo che, in epigrafia, la nozione tradizionale di “competenza di lettura e scrittura” dovrebbe essere impiegata in senso più ampio rispetto al consueto binomio “leggere/scrivere” (passivo/attivo), come “competenza di lettura e scrittura mediatica”. Quando applicata all’evidenza epigrafica, la “competenza di lettura e scrittura mediatica”, la quale risulta primariamente “visiva” per natura, può consentire l’“elaborazione visiva” congiunta di simboli sia ortografici che non ortografici (cioè rispettivamente lettere e immagini), che potrebbero benissimo sovrapporsi, nei casi di scarsa alfabetizzazione (Brooks 2010). Partendo dalle evidenze di Kifrin, una fortezza romana sull’Eufrate (I-III secolo d.C., Moriggi 2020), questo testo fornisce una panoramica sullo stato della ricerca sulla “competenza di lettura e scrittura visiva” sul limes romano, fornendo nuove interpretazioni e ponendo interrogativi circa le interazioni culturali che ebbero luogo sull’eterna “frontiera” tra gli imperi romano e partico.

Linguistic and cultural encounters along the Euphrates limes (1st-3rd cent. AD): a proposal for the reassessment of the epigraphic evidence.

Moriggi, M.
2025-01-01

Abstract

In recent decades, the traditional approach to epigraphic evidence (i.e. the study of a text as it appears on the page) has been applied also to texts from the Roman limes on the Euphrates, with significant results. This type of investigation, however, can be somewhat misleading outside the purely linguistic domain and even there it has sometimes led – as remarked in MacDonald 1998 – to “fantastic philological gymnastics” (see also Février 1989). Since the “one-size-fits-all” approach has so far not proved very effective in the study of both linguistic and cultural contacts in the Roman- Parthian Near East, especially in the Middle Euphrates region – where, paradoxically, the testimony of Dura Europos may be a problem, because its abundance contrasts with the scarcity of material from other sites (Gnoli 2007) – we believe that, in epigraphy, the traditional notion of “literacy” should be used in a much broader sense than the usual “reading/writing” (passive/ active) pair, as “media literacy”. When applied to epigraphic evidence, “media literacy”, which is primarily “visual” in nature, may allow for the joint “visual processing” of both orthographic and non-orthographic symbols (i.e. letters and images, respectively), which may well overlap, in cases of low literacy (Brooks 2010). Starting with the evidence from Kifrin, a Roman stronghold on the Estratto 120 Marco Moriggi Euphrates (1st-3rd centuries A.D., Moriggi 2020), this paper provides an overview on the state of research on the “visual literacy” of the Roman limes, revealing new insights and posing questions about the cultural interactions taking place on the eternal “frontier” between the Roman and Parthian empires.
2025
978-88-5491-593-0
Negli ultimi decenni, il tradizionale approccio alle evidenze epigrafiche (= lo studio del testo così come appare sulla pagina) è stato applicato anche ai testi del limes romano lungo l’Eufrate, con significativi risultati. Questo tipo di indagine, tuttavia, può risultare alquanto fuorviante al di fuori dell’ambito puramente linguistico e anche in quel caso ha portato talvolta – come rimarca MacDonald 1998 – a “fantastic philological gymnastics”(si veda anche Février 1989), poiché l’approccio “one-size-fits-all” non si è rivelato finora molto efficace nello studio dei contatti sia linguistici sia culturali nel Vicino Oriente partico-romano, specialmente nella regione del medio Eufrate – laddove, paradossalmente, la testimonianza di Dura Europos potrebbe essere un problema, vista la sua abbondanza in contrasto con la scarsità di materiale dagli altri siti (Gnoli 2007) – e crediamo che, in epigrafia, la nozione tradizionale di “competenza di lettura e scrittura” dovrebbe essere impiegata in senso più ampio rispetto al consueto binomio “leggere/scrivere” (passivo/attivo), come “competenza di lettura e scrittura mediatica”. Quando applicata all’evidenza epigrafica, la “competenza di lettura e scrittura mediatica”, la quale risulta primariamente “visiva” per natura, può consentire l’“elaborazione visiva” congiunta di simboli sia ortografici che non ortografici (cioè rispettivamente lettere e immagini), che potrebbero benissimo sovrapporsi, nei casi di scarsa alfabetizzazione (Brooks 2010). Partendo dalle evidenze di Kifrin, una fortezza romana sull’Eufrate (I-III secolo d.C., Moriggi 2020), questo testo fornisce una panoramica sullo stato della ricerca sulla “competenza di lettura e scrittura visiva” sul limes romano, fornendo nuove interpretazioni e ponendo interrogativi circa le interazioni culturali che ebbero luogo sull’eterna “frontiera” tra gli imperi romano e partico.
Aramaic, Late Antiquity, Euphrates, Literacy, Ostraca, Roman Army, Kifrin, Multilingualism in the Ancient World.
Aramaico, Tardo Antico, Eufrate, Ostraca, Esercito Romano, Kifrin, Multilinguismo nel Mondo Antico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/670630
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