La lettura che Ottaviano fa di Anselmo diverge dall’istanza fondamentalmente fideistica del teologo elvetico: l’intuizione dell’id quo maius cogitari nequit esprime per quest’ultimo una controtendenza rispetto al precedente perseguimento della ratio fidei, mentre per il filosofo modicano è in continuità con tale ricerca e non sarebbe possibile senza i risultati cui essa perviene. In ogni caso, l’Anselmo che emerge dall’interpretazione dello studioso siciliano è consapevole dell’innovatività del suo pensiero e del metodo teologico da cui scaturisce

Carmelo Ottaviano interprete di Anselmo d'Aosta

MARTELLO, Concetto
2008-01-01

Abstract

La lettura che Ottaviano fa di Anselmo diverge dall’istanza fondamentalmente fideistica del teologo elvetico: l’intuizione dell’id quo maius cogitari nequit esprime per quest’ultimo una controtendenza rispetto al precedente perseguimento della ratio fidei, mentre per il filosofo modicano è in continuità con tale ricerca e non sarebbe possibile senza i risultati cui essa perviene. In ogni caso, l’Anselmo che emerge dall’interpretazione dello studioso siciliano è consapevole dell’innovatività del suo pensiero e del metodo teologico da cui scaturisce
2008
978-88-8220-157-9
realismo; finalismo; dialettica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/67239
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