La riflessione politica kantiana gode oggi di un’influenza e di un credito enormi. Forse nessun altro “settore” della filosofia kantiana può vantare una fortuna tanto significativa ed estesa. Ciò è senz’altro vero se si pensa all’epistemologia kantiana e, specificamente, alla dottrina dell’idealismo trascendentale, entrambi di norma guardati con “rispetto e sospetto” da una filosofia analitica sempre più orientata verso una qualche forma di naturalismo. E sebbene in misura minore, ciò è vero anche per l’etica kantiana che di regola suscita poderosi distinguo e tentativi di “attualizzazione”, “de-rigorizzazione”, “rimozione-di-basi-metafiche” nonostante la sua enorme influenza. Destino piuttosto singolare se si crede, come la maggior parte degli interpreti continua a fare, che la politica kantiana regga a condizione che reggano altri “settori” del suo pensiero oggi decisamente meno amati. In questa studio vogliamo occuparci proprio di questa questione. Cercheremo di approfondire la relazione che Kant intravede tra morale, diritto e politica, tentando di stabilire i rispettivi confini. Ciò è particolarmente importante perché nel sistema kantiano la politica occupa un ruolo ambiguo e di non facile decifrazione. Per un verso è secondaria, data la sua subordinazione alla morale e al diritto, per un altro verso gode di un primato incontestabile ed esplicitamente attribuitole da Kant stesso. Alla politica, infatti, Kant affida il compito di far avanzare il genere umano verso la sua destinazione finale: una condizione di pace stabile regolata dal diritto. Tale progresso non è assicurato dalla morale, nonostante il suo primato “logico” nei confronti della politica, ma appunto da accorgimenti squisitamente politici che stati e popoli devono adottare. La morale rimarrebbe un elenco di giusti principi senza efficace capacità trasformativa dell’esistente ove il suo “braccio esecutivo”, la politica appunto, non facesse la sua parte, e – cosa che dovremo chiarire bene – non la facesse con mezzi, metodi ed esperienze suoi propri.

Politica

CARANTI, Luigi
2011-01-01

Abstract

La riflessione politica kantiana gode oggi di un’influenza e di un credito enormi. Forse nessun altro “settore” della filosofia kantiana può vantare una fortuna tanto significativa ed estesa. Ciò è senz’altro vero se si pensa all’epistemologia kantiana e, specificamente, alla dottrina dell’idealismo trascendentale, entrambi di norma guardati con “rispetto e sospetto” da una filosofia analitica sempre più orientata verso una qualche forma di naturalismo. E sebbene in misura minore, ciò è vero anche per l’etica kantiana che di regola suscita poderosi distinguo e tentativi di “attualizzazione”, “de-rigorizzazione”, “rimozione-di-basi-metafiche” nonostante la sua enorme influenza. Destino piuttosto singolare se si crede, come la maggior parte degli interpreti continua a fare, che la politica kantiana regga a condizione che reggano altri “settori” del suo pensiero oggi decisamente meno amati. In questa studio vogliamo occuparci proprio di questa questione. Cercheremo di approfondire la relazione che Kant intravede tra morale, diritto e politica, tentando di stabilire i rispettivi confini. Ciò è particolarmente importante perché nel sistema kantiano la politica occupa un ruolo ambiguo e di non facile decifrazione. Per un verso è secondaria, data la sua subordinazione alla morale e al diritto, per un altro verso gode di un primato incontestabile ed esplicitamente attribuitole da Kant stesso. Alla politica, infatti, Kant affida il compito di far avanzare il genere umano verso la sua destinazione finale: una condizione di pace stabile regolata dal diritto. Tale progresso non è assicurato dalla morale, nonostante il suo primato “logico” nei confronti della politica, ma appunto da accorgimenti squisitamente politici che stati e popoli devono adottare. La morale rimarrebbe un elenco di giusti principi senza efficace capacità trasformativa dell’esistente ove il suo “braccio esecutivo”, la politica appunto, non facesse la sua parte, e – cosa che dovremo chiarire bene – non la facesse con mezzi, metodi ed esperienze suoi propri.
2011
9788874623280
Kant; Politica; Diritto; Etica
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