L’accesso ai dati e il loro controllo offrono occasioni di sfruttamento economico tendenzialmente indefinite e per questa ragione essi costituiscono una risorsa patrimoniale determinante nel contesto del c.d. capitalismo dell’informazione. In particolare, il capitalismo dell’informazione dimostra una specifica attitudine ad estrarre conoscenza strumentale e dunque valore economico dalla trasformazione in dati (digitali) di caratteristiche, comportamenti o eventi relativi alle persone fisiche. Pertanto, le regole che presidiano l’accesso ai dati personali e disciplinano la loro circolazione svolgono, seppure in modo non del tutto esplicito, una funzione di allocazione di ricchezza. Questo scenario si presenta oggi, sul versante europeo, arricchito ed esteso ad una differente considerazione dei dati. I regolamenti europei adottati nel quadro della strategia europea sui dati, infatti, assumono i dati quale oggetto di disciplina e li trattano quali risorse economiche non più e non solo in quanto latori di informazione personale, quanto piuttosto in ragione del solo supporto digitale nel quale la rappresentazione (personale o non) è incorporata. Nello specifico, il Regolamento si preoccupa di istituire un nuovo “statuto giuridico” dei dati prodotti dalle macchine e dalla interazione tra l’uomo e le macchine che si compone nuovi diritti e peculiari posizioni di titolarità sui tali dati (personali e non), intesi a favorirne la circolazione, l’accesso, il riutilizzo, in ragione delle loro potenzialità di sfruttamento economico. Sulla scorta di questa mutata prospettiva, le nuove fonti europee ricostruiscono pertanto sul piano giuridico la circolazione dei dati come questione collocata ormai in modo esplicito sul terreno patrimoniale.

Il Data Act nello scenario del capitalismo dell’informazione: dai “dati personali” ai “dati”

Antonio Las Casas
2025-01-01

Abstract

L’accesso ai dati e il loro controllo offrono occasioni di sfruttamento economico tendenzialmente indefinite e per questa ragione essi costituiscono una risorsa patrimoniale determinante nel contesto del c.d. capitalismo dell’informazione. In particolare, il capitalismo dell’informazione dimostra una specifica attitudine ad estrarre conoscenza strumentale e dunque valore economico dalla trasformazione in dati (digitali) di caratteristiche, comportamenti o eventi relativi alle persone fisiche. Pertanto, le regole che presidiano l’accesso ai dati personali e disciplinano la loro circolazione svolgono, seppure in modo non del tutto esplicito, una funzione di allocazione di ricchezza. Questo scenario si presenta oggi, sul versante europeo, arricchito ed esteso ad una differente considerazione dei dati. I regolamenti europei adottati nel quadro della strategia europea sui dati, infatti, assumono i dati quale oggetto di disciplina e li trattano quali risorse economiche non più e non solo in quanto latori di informazione personale, quanto piuttosto in ragione del solo supporto digitale nel quale la rappresentazione (personale o non) è incorporata. Nello specifico, il Regolamento si preoccupa di istituire un nuovo “statuto giuridico” dei dati prodotti dalle macchine e dalla interazione tra l’uomo e le macchine che si compone nuovi diritti e peculiari posizioni di titolarità sui tali dati (personali e non), intesi a favorirne la circolazione, l’accesso, il riutilizzo, in ragione delle loro potenzialità di sfruttamento economico. Sulla scorta di questa mutata prospettiva, le nuove fonti europee ricostruiscono pertanto sul piano giuridico la circolazione dei dati come questione collocata ormai in modo esplicito sul terreno patrimoniale.
2025
9788813388034
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/684049
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact