All’interno della più generale relazione tra i codici testuali e visivi che, come mostrano alcuni casi esemplari, nel corso della storia ha costituito un ambito di creatività di architetti e artisti, nel corso del Novecento una serie di stimolanti esperimenti condotti nelle arti figurative ha esplorato la relazione che intercorre tra il linguaggio verbale e quello delle immagini. A partire dalle istruzioni per la realizzazione di alcuni piccoli manufatti dettate da László Moholy-Nagy, altri artisti come Sol Lewitt hanno redatto istruzioni verbali per guidare dei disegnatori alla realizzazione di opere grafiche. Nel riflettere su come questo filone di ricerca sia stato alimentato dalle invenzioni figurative di René Magritte, Joseph Kosuth e Imre Bak e come questi tentativi abbiano trovato una sintesi sottile nell’opera di Lawrence Weiner, nel testo si evidenzia come lo spazio vuoto tra immagine e parola rappresenti un luogo di tensione creativa, fertile e in continua evoluzione, che non appare colmabile neanche con il ricorso recente all’uso degli algoritmi di Intelligenza Artificiale. Lo scarto interpretativo che si genera tra i due linguaggi stimola immaginazione, dialogo e reinterpretazioni, evidenziando come questa intrinseca dicotomia rimanga una fonte inesauribile di ricerca.

Sotto dettatura: lo spazio vuoto tra le parole e le immagini/Under Dictation: the Empty Space Between Words and Images.

E. Dotto;
2025-01-01

Abstract

All’interno della più generale relazione tra i codici testuali e visivi che, come mostrano alcuni casi esemplari, nel corso della storia ha costituito un ambito di creatività di architetti e artisti, nel corso del Novecento una serie di stimolanti esperimenti condotti nelle arti figurative ha esplorato la relazione che intercorre tra il linguaggio verbale e quello delle immagini. A partire dalle istruzioni per la realizzazione di alcuni piccoli manufatti dettate da László Moholy-Nagy, altri artisti come Sol Lewitt hanno redatto istruzioni verbali per guidare dei disegnatori alla realizzazione di opere grafiche. Nel riflettere su come questo filone di ricerca sia stato alimentato dalle invenzioni figurative di René Magritte, Joseph Kosuth e Imre Bak e come questi tentativi abbiano trovato una sintesi sottile nell’opera di Lawrence Weiner, nel testo si evidenzia come lo spazio vuoto tra immagine e parola rappresenti un luogo di tensione creativa, fertile e in continua evoluzione, che non appare colmabile neanche con il ricorso recente all’uso degli algoritmi di Intelligenza Artificiale. Lo scarto interpretativo che si genera tra i due linguaggi stimola immaginazione, dialogo e reinterpretazioni, evidenziando come questa intrinseca dicotomia rimanga una fonte inesauribile di ricerca.
2025
9788835182412
Immagini, parole, arte, interpretazione, immaginazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/684889
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