Il presente studio si propone di collezionarne i casi più significativi di impiego della tradizione dei Meteorologica nel Convivio di Dante, esplicitarne i contenuti alla luce del dibattito scientifico medievale e rintracciare le fonti dirette da cui il poeta fiorentino possa averne derivato la conoscenza. Nell’opera, infatti, si riscontra l’utilizzo tecnico e specifico del concetto di digestio, fondamentale non solo nella fisiologia del vivente così come concepita a seguito dell’introduzione dei testi biologici di Aristotele e rispettivi commenti, ma anche nei processi di aggregazione e preparazione della materia alla recezione della forma (Conv., II, i, 10); sono frequenti richiami a tematiche di carattere astronomico quali l’effetto dei vapori di Marte in relazione alla teoria delle grandi congiunzioni (Conv., II, xiii, 21-22) o la natura e la struttura della Via Lattea (Conv., II, xiv, 5-8); o ancora non mancano digressioni fisiologiche ¬relative alla corruzione dei composti – e perciò speculari al concetto di digestione – integrate nella discussione sulle età dell’uomo e sulla mutazione della complexio a seguito dell’invecchiamento. Il ricorso frequente di Dante al commento ai Meteorologica di Alberto Magno è poi un dato che senz’altro riconferma il debito del poeta col corpus di filosofia naturale del maestro domenicano. Tuttavia, la tendenza spesse volte compilativa del Convivio non deve eclissare la capacità del Poeta di muoversi criticamente all’interno della tradizione filosofica medievale. È questo, ad esempio, il caso della digressione astronomica sulla Via Lattea in cui Dante, a differenza di Alberto, mostra di conoscere sia la traduzione Vetus (ad opera di Gerardo da Cremona) sia quella Nova (di Guglielmo di Moerbeke) dei Meteorologica aristotelici.
La tradizione dei Meteorologica nel Convivio di Dante
Mario Loconsole
2024-01-01
Abstract
Il presente studio si propone di collezionarne i casi più significativi di impiego della tradizione dei Meteorologica nel Convivio di Dante, esplicitarne i contenuti alla luce del dibattito scientifico medievale e rintracciare le fonti dirette da cui il poeta fiorentino possa averne derivato la conoscenza. Nell’opera, infatti, si riscontra l’utilizzo tecnico e specifico del concetto di digestio, fondamentale non solo nella fisiologia del vivente così come concepita a seguito dell’introduzione dei testi biologici di Aristotele e rispettivi commenti, ma anche nei processi di aggregazione e preparazione della materia alla recezione della forma (Conv., II, i, 10); sono frequenti richiami a tematiche di carattere astronomico quali l’effetto dei vapori di Marte in relazione alla teoria delle grandi congiunzioni (Conv., II, xiii, 21-22) o la natura e la struttura della Via Lattea (Conv., II, xiv, 5-8); o ancora non mancano digressioni fisiologiche ¬relative alla corruzione dei composti – e perciò speculari al concetto di digestione – integrate nella discussione sulle età dell’uomo e sulla mutazione della complexio a seguito dell’invecchiamento. Il ricorso frequente di Dante al commento ai Meteorologica di Alberto Magno è poi un dato che senz’altro riconferma il debito del poeta col corpus di filosofia naturale del maestro domenicano. Tuttavia, la tendenza spesse volte compilativa del Convivio non deve eclissare la capacità del Poeta di muoversi criticamente all’interno della tradizione filosofica medievale. È questo, ad esempio, il caso della digressione astronomica sulla Via Lattea in cui Dante, a differenza di Alberto, mostra di conoscere sia la traduzione Vetus (ad opera di Gerardo da Cremona) sia quella Nova (di Guglielmo di Moerbeke) dei Meteorologica aristotelici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


