Nulla c’è di banale, di ‘sentito dire’, di impulsivo, quando un filosofo, un vero filosofo, dà a se stesso il compito civile e culturale di immergersi nella poltiglia del presente per cercare di cogliere dentro i sommovimenti irrazionali della vita collettiva un significato, una direzione, una qualche luce. Da sempre, e sempre più con gli anni, Eugenio Mazzarella ha trasformato questo compito nella sostanza stessa del proprio lavoro teoretico. Nella sua opera non si dà salto tra filosofia e poesia. Allo stesso modo iato non c’è tra teoresi e analisi politica. E questo anche a costo di correre l’inevitabile rischio di non riuscire a subito decifrare gli eventi, a subito vedere il loro senso ma pervenendo alla fine – una fine sempre provvisoria, come è ovvio – a comprendere il proprio tempo con il pensiero. L’obiettivo è «limitare il disonore» Di questo infatti si tratta, del tentativo di riscattare tradimenti e disonore, mostrando che chi vuole capire il feroce geroglifico del presente può farlo. E farlo senza necessariamente porsi al servizio di chi esercita il male. Questa parola antica e terribile è la più adatta e la più semplice a indicare le pulsazioni fredde e insieme disordinate della storia contemporanea, le quali si esprimono con tenace ferocia in due eventi in corso. Il primo è la guerra combattuta per procura in Ucraina dagli europei contro la Russia; il secondo è il procedere terrificante degli eventi in Palestina. Nel genocidio del popolo palestinese emerge in modo lampante, e Mazzarella ne fa una dolorosa e lucida diagnosi, l’ipocrisia delle cancellerie europee, il cinismo insensato del governo americano e la «scelta strategica di Israele di Netanyahu, con grande seguito purtroppo nella società israeliana». Elementi, questi, che non stanno soltanto cancellando un popolo dalla faccia della Terra ma in questo modo stanno producendo una «catastrofe» che «è anche sempre più una catastrofe dei presunti valori occidentali».

L’occidente che si dissolve

Biuso
2025-01-01

Abstract

Nulla c’è di banale, di ‘sentito dire’, di impulsivo, quando un filosofo, un vero filosofo, dà a se stesso il compito civile e culturale di immergersi nella poltiglia del presente per cercare di cogliere dentro i sommovimenti irrazionali della vita collettiva un significato, una direzione, una qualche luce. Da sempre, e sempre più con gli anni, Eugenio Mazzarella ha trasformato questo compito nella sostanza stessa del proprio lavoro teoretico. Nella sua opera non si dà salto tra filosofia e poesia. Allo stesso modo iato non c’è tra teoresi e analisi politica. E questo anche a costo di correre l’inevitabile rischio di non riuscire a subito decifrare gli eventi, a subito vedere il loro senso ma pervenendo alla fine – una fine sempre provvisoria, come è ovvio – a comprendere il proprio tempo con il pensiero. L’obiettivo è «limitare il disonore» Di questo infatti si tratta, del tentativo di riscattare tradimenti e disonore, mostrando che chi vuole capire il feroce geroglifico del presente può farlo. E farlo senza necessariamente porsi al servizio di chi esercita il male. Questa parola antica e terribile è la più adatta e la più semplice a indicare le pulsazioni fredde e insieme disordinate della storia contemporanea, le quali si esprimono con tenace ferocia in due eventi in corso. Il primo è la guerra combattuta per procura in Ucraina dagli europei contro la Russia; il secondo è il procedere terrificante degli eventi in Palestina. Nel genocidio del popolo palestinese emerge in modo lampante, e Mazzarella ne fa una dolorosa e lucida diagnosi, l’ipocrisia delle cancellerie europee, il cinismo insensato del governo americano e la «scelta strategica di Israele di Netanyahu, con grande seguito purtroppo nella società israeliana». Elementi, questi, che non stanno soltanto cancellando un popolo dalla faccia della Terra ma in questo modo stanno producendo una «catastrofe» che «è anche sempre più una catastrofe dei presunti valori occidentali».
2025
Eugenio Mazzarella, Europa, Gaza, guerra, occidente, Palestina, storia, Ucraina
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/687611
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact