Il contributo trae spunto da una citazione della voce Beau di Denis Diderot apparsa nel 1752 nel secondo volume dell’Encyclopédie: «Chiamo bello fuori di me tutto ciò che contiene in sé qualcosa che possa risvegliare nel mio intelletto l’idea di rapporti». Inserito lo scritto nel contesto culturale in cui è stato concepito, ciò che si intende mostrare è innanzitutto quanto la tesi che propone, convogliata in una precisa prospettiva progettuale di chiara matrice operativa, sia rivelatrice delle trasformazioni di un secolo e della sua cultura, non solo estetica, ma anche giuridica. In secondo luogo, si proverà a mettere in luce quanto questa “teoria dei rapporti” sia tra le più moderne e feconde che la letteratura settecentesca possa offrire oggi al giurista e all’interpretazione della giustizia, in termini di meditazione, ispirazione o critica e a confronto con il ruolo che la cultura delle immagini riveste nella nostra società. SOMMARIO: 1. «L’idea di rapporti»: una nozione dall’incerto statuto. – 2. Elementi per una cornice. — 3. Il mondo immaginario dei Salon. — 4. L’istituzione della bellezza. — 5. «Esigo che abbia molto giudizio». — 6. Giustizia, arte e bellezza.

«È bello tutto ciò che contiene in sé qualcosa che possa risvegliare nel mio intelletto l’idea di rapporti»: un’indicazione estetica settecentesca feconda anche per l’interpretazione della giustizia

maria sole testuzza
2025-01-01

Abstract

Il contributo trae spunto da una citazione della voce Beau di Denis Diderot apparsa nel 1752 nel secondo volume dell’Encyclopédie: «Chiamo bello fuori di me tutto ciò che contiene in sé qualcosa che possa risvegliare nel mio intelletto l’idea di rapporti». Inserito lo scritto nel contesto culturale in cui è stato concepito, ciò che si intende mostrare è innanzitutto quanto la tesi che propone, convogliata in una precisa prospettiva progettuale di chiara matrice operativa, sia rivelatrice delle trasformazioni di un secolo e della sua cultura, non solo estetica, ma anche giuridica. In secondo luogo, si proverà a mettere in luce quanto questa “teoria dei rapporti” sia tra le più moderne e feconde che la letteratura settecentesca possa offrire oggi al giurista e all’interpretazione della giustizia, in termini di meditazione, ispirazione o critica e a confronto con il ruolo che la cultura delle immagini riveste nella nostra società. SOMMARIO: 1. «L’idea di rapporti»: una nozione dall’incerto statuto. – 2. Elementi per una cornice. — 3. Il mondo immaginario dei Salon. — 4. L’istituzione della bellezza. — 5. «Esigo che abbia molto giudizio». — 6. Giustizia, arte e bellezza.
2025
9788828879145
Diderot, giustizia, bellezza, arte
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/693792
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