The work carries a detailed analysis on the legal provisions of the Italian Criminal Code dealing with the conspiracy (articles 110-119), taking into consideration the doctrine and the jurisprudence in this respect. Moving on from the original choice of the Italian legislator concerning the unitary model of drawing this fundamental issue of the general part of criminal law, the work at first reconstructs the different strands of Italian and international criminal law dogmatic explanation for the conspiracy legislation. With specific regard to the analysis of Article. 110 cp, within the reconstruction of the constitutive elements of the conspiracy, the work focuses on some critical reflections on the most current legal issues having significant practical implications, such as conspiracy committed by an omission (e.g. the responsibility of the directors and auditors of corporations), or the various forms of moral conspiracy. The need to combat criminal phenomena of great importance (in particular, organized crime) caused the growing use of the associative crimes, for example. Article 416 bis and 270 bis, and the development of some interesting profiles of interaction between these cases and the conspiracy legislation. In this perspective, the work analyzes the two main issues raised in this respect, namely, on the one hand, the possibility to punish a person who is not "part" of criminal association for an external contribution in any criminal association (called “concorso esterno”); on the other hand, the possibility to provide a liability, according to the conspiracy legislation, of the leaders of the criminal association for crimes committed by the associates, paying particular attention to the role of the jurisprudence in this area. Within the former profile, the work devotes a broad reflection on the issues concerning the exact identification of the limits of criminalization of forms of contiguity to the organized crime by people belonging to the business and political world.

L’opera svolge una puntuale analisi delle disposizioni normative contenute nel Codice penale italiano in materia di concorso di persone nel reato (articoli 110-119), alla luce degli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali affermatisi con riguardo agli specifici profili problematici emersi. Muovendo dalla originaria scelta del legislatore del ’30 per il modello unitario di tipizzazione di tale fondamentale istituto della parte generale del diritto penale, l’opera ricostruisce in prima battuta i diversi indirizzi della dogmatica penalistica italiana e straniera per la spiegazione della disciplina concorsuale. Con specifico riguardo all’analisi dell’art. 110 c.p., nell’ambito della ricostruzione degli elementi costitutivi del concorso di persone, il lavoro svolge una serie di riflessioni critiche sulle più attuali questioni giuridiche attinenti la disciplina concorsuale con notevoli risvolti pratico-applicativi, come la compartecipazione omissiva (con una particolare attenzione alla configurabilità di un concerso mediante omissione in capo agli amministratori e ai sindaci delle società di capitali), ovvero le diverse forme del concorso morale. La necessità di contrastare fenomeni criminosi di indubbio rilievo (in particolare, la criminalità organizzata di stampo mafioso) ha imposto nella prassi giudiziaria un crescente utilizzo delle fattispecie associative, come ad esempio l’art. 416 bis o l’art. 270 bis, determinando l’emergere di alcuni interessanti profili di interazione di tali fattispecie con la disciplina concorsuale. In questa prospettiva, l’opera analizza le due principali questioni sorte a tal riguardo, ossia, da una parte, l’ammissibilità di un concorso eventuale nel reato associativo (c.d. concorso esterno) di un soggetto che non “fa parte” del sodalizio criminoso; dall’altra, la configurabilità di una responsabilità a titolo di concorso dei capi dell’associazione per i reati scopo realizzatidagli associati, prestando sempre un’attenzione particolare al ruolo determinate della giurisprudenza in quest’ambito. Nell’ambito del primo di tali profili, il lavoro dedica un’ampia riflessione ai profili concernenti l’esatta individuazione dei limiti della rilevanza penale di forme di contiguità alle associazioni mafiose da parte di soggetti appartenenti al mondo dell’impresa e della politica. Particolare riguardo viene prestato infine all’istituto della cooperazione colposa (art. 113 c.p.), nonché alle due disposizioni degli articoli 116 e 117 c.p., che hanno sollevato numerose questioni di compatibilità con il principio della personalità della responsabilità penale.

Commento agli artt. 110-119 del codice penale

GRASSO, Giovanni
2005-01-01

Abstract

The work carries a detailed analysis on the legal provisions of the Italian Criminal Code dealing with the conspiracy (articles 110-119), taking into consideration the doctrine and the jurisprudence in this respect. Moving on from the original choice of the Italian legislator concerning the unitary model of drawing this fundamental issue of the general part of criminal law, the work at first reconstructs the different strands of Italian and international criminal law dogmatic explanation for the conspiracy legislation. With specific regard to the analysis of Article. 110 cp, within the reconstruction of the constitutive elements of the conspiracy, the work focuses on some critical reflections on the most current legal issues having significant practical implications, such as conspiracy committed by an omission (e.g. the responsibility of the directors and auditors of corporations), or the various forms of moral conspiracy. The need to combat criminal phenomena of great importance (in particular, organized crime) caused the growing use of the associative crimes, for example. Article 416 bis and 270 bis, and the development of some interesting profiles of interaction between these cases and the conspiracy legislation. In this perspective, the work analyzes the two main issues raised in this respect, namely, on the one hand, the possibility to punish a person who is not "part" of criminal association for an external contribution in any criminal association (called “concorso esterno”); on the other hand, the possibility to provide a liability, according to the conspiracy legislation, of the leaders of the criminal association for crimes committed by the associates, paying particular attention to the role of the jurisprudence in this area. Within the former profile, the work devotes a broad reflection on the issues concerning the exact identification of the limits of criminalization of forms of contiguity to the organized crime by people belonging to the business and political world.
2005
88-14-12060-9
L’opera svolge una puntuale analisi delle disposizioni normative contenute nel Codice penale italiano in materia di concorso di persone nel reato (articoli 110-119), alla luce degli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali affermatisi con riguardo agli specifici profili problematici emersi. Muovendo dalla originaria scelta del legislatore del ’30 per il modello unitario di tipizzazione di tale fondamentale istituto della parte generale del diritto penale, l’opera ricostruisce in prima battuta i diversi indirizzi della dogmatica penalistica italiana e straniera per la spiegazione della disciplina concorsuale. Con specifico riguardo all’analisi dell’art. 110 c.p., nell’ambito della ricostruzione degli elementi costitutivi del concorso di persone, il lavoro svolge una serie di riflessioni critiche sulle più attuali questioni giuridiche attinenti la disciplina concorsuale con notevoli risvolti pratico-applicativi, come la compartecipazione omissiva (con una particolare attenzione alla configurabilità di un concerso mediante omissione in capo agli amministratori e ai sindaci delle società di capitali), ovvero le diverse forme del concorso morale. La necessità di contrastare fenomeni criminosi di indubbio rilievo (in particolare, la criminalità organizzata di stampo mafioso) ha imposto nella prassi giudiziaria un crescente utilizzo delle fattispecie associative, come ad esempio l’art. 416 bis o l’art. 270 bis, determinando l’emergere di alcuni interessanti profili di interazione di tali fattispecie con la disciplina concorsuale. In questa prospettiva, l’opera analizza le due principali questioni sorte a tal riguardo, ossia, da una parte, l’ammissibilità di un concorso eventuale nel reato associativo (c.d. concorso esterno) di un soggetto che non “fa parte” del sodalizio criminoso; dall’altra, la configurabilità di una responsabilità a titolo di concorso dei capi dell’associazione per i reati scopo realizzatidagli associati, prestando sempre un’attenzione particolare al ruolo determinate della giurisprudenza in quest’ambito. Nell’ambito del primo di tali profili, il lavoro dedica un’ampia riflessione ai profili concernenti l’esatta individuazione dei limiti della rilevanza penale di forme di contiguità alle associazioni mafiose da parte di soggetti appartenenti al mondo dell’impresa e della politica. Particolare riguardo viene prestato infine all’istituto della cooperazione colposa (art. 113 c.p.), nonché alle due disposizioni degli articoli 116 e 117 c.p., che hanno sollevato numerose questioni di compatibilità con il principio della personalità della responsabilità penale.
DIRITTO PENALE; CONCORSO DI PERSONE NEL REATO; CONCORSO ESTERNO; COMPARTECIPAZIONE OMISSIVA; COOPERAZIONE COLPOSA; CRIMINAL LAW; CONSPIRACY
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/69422
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