La piccola cripta sottostante l’abside centrale della cattedrale di Catania, nella porzione di costruito che risale ancora interamente alla fabbrica della prima età normanna, è stata ritrovata durante lavori di riallestimento della fine del secolo scorso. Dovrebbe trattarsi con ogni evidenza di un preesistente edificio di ridotte dimensioni, con funzioni forse cimiteriali, data la dislocazione in un’area civica di Catania a destinazione funeraria quantomeno in età bizantina. La giacitura dell’ambiente permette di connettere questa sostruzione alle necropoli d’età alto-medievale e tardo-romana, puntualmente investigate nel 1916 da Paolo Orsi, all’epoca soprintendente a Siracusa con giurisdizione estesa all’intera Sicilia orientale, che effettuò diverse perlustrazioni in via Vittorio Emanuele e nei pressi del corpo orientale della cattedrale, documentate da note e disegni. Si tratta quindi di un’elegante portato monumentale di tutto prestigio della Catania antica, che il cantiere normanno rinvenne e mantenne, ignorato dalle fonti erudite d’età moderna e financo dai primi studi interazionali del XIX secolo, come la celebre Archéologie chrétienne. Les saints de la Messe et leurs monuments di Charles Rohault de Fleury del 1894, che ne sconosceva infatti l’esistenza nella sua pur approfondita trattazione dedicata a Catania e al culto di sant’Agata. Il rilievo planimetrico suggerisce un riferimento con dimensioni ridotte ad alcuni impianti martirali tardo-antichi, ma la pianta accenna anche vagamente alla dilatazione spaziale del triconco delle cellae trichorae, ben documentate in età romana e presenti nell’architettura cristiana a vocazione cimiteriale nella Sicilia bizantina, con attestazioni di rilievo anche a Catania. Si configura dunque un presbiterio con spazio ipogeo, adattato alla custodia delle reliquie, a probabile imitazione di una già consolidata prassi nel meridione d’Italia durante conquista normanna, quando il rilancio della venerazione dei santi locali e la partenza di cantieri monumentali erano fenomeni direttamente coinvolti nei processi di insediamento del nuovo potere.

Una cripta per sant’Agata? Contesti remoti e memoria ritrovata nella cattedrale normanna di Catania

Bella, Tancredi
2025-01-01

Abstract

La piccola cripta sottostante l’abside centrale della cattedrale di Catania, nella porzione di costruito che risale ancora interamente alla fabbrica della prima età normanna, è stata ritrovata durante lavori di riallestimento della fine del secolo scorso. Dovrebbe trattarsi con ogni evidenza di un preesistente edificio di ridotte dimensioni, con funzioni forse cimiteriali, data la dislocazione in un’area civica di Catania a destinazione funeraria quantomeno in età bizantina. La giacitura dell’ambiente permette di connettere questa sostruzione alle necropoli d’età alto-medievale e tardo-romana, puntualmente investigate nel 1916 da Paolo Orsi, all’epoca soprintendente a Siracusa con giurisdizione estesa all’intera Sicilia orientale, che effettuò diverse perlustrazioni in via Vittorio Emanuele e nei pressi del corpo orientale della cattedrale, documentate da note e disegni. Si tratta quindi di un’elegante portato monumentale di tutto prestigio della Catania antica, che il cantiere normanno rinvenne e mantenne, ignorato dalle fonti erudite d’età moderna e financo dai primi studi interazionali del XIX secolo, come la celebre Archéologie chrétienne. Les saints de la Messe et leurs monuments di Charles Rohault de Fleury del 1894, che ne sconosceva infatti l’esistenza nella sua pur approfondita trattazione dedicata a Catania e al culto di sant’Agata. Il rilievo planimetrico suggerisce un riferimento con dimensioni ridotte ad alcuni impianti martirali tardo-antichi, ma la pianta accenna anche vagamente alla dilatazione spaziale del triconco delle cellae trichorae, ben documentate in età romana e presenti nell’architettura cristiana a vocazione cimiteriale nella Sicilia bizantina, con attestazioni di rilievo anche a Catania. Si configura dunque un presbiterio con spazio ipogeo, adattato alla custodia delle reliquie, a probabile imitazione di una già consolidata prassi nel meridione d’Italia durante conquista normanna, quando il rilancio della venerazione dei santi locali e la partenza di cantieri monumentali erano fenomeni direttamente coinvolti nei processi di insediamento del nuovo potere.
2025
978-88-290-3286-0
Cattedrale
Normanni
Catania
Cripta
Architettura
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/694509
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact