John uses, only in Periphyseon, no less than 89 times the term pulchritudo and there are 64 more occurrences of terms with the same root and belong to the same semantic area (the adjective pulcher, pulchrum the noun, the adverb pulchre, the superlatives pulcherrimus and pulcherrime), reflecting the importance which it assumes in his thought the problem concerning the nature and function of beauty. However, since it is not possible to present here an exhaustive dossier, or at least large, of such occurrenc- es, I will only point out that the approach that the Author gives to the reflection on the beauty from the first book of his work de divisione naturae, and that we mentioned above, is repeated in the next ones, i.e. the identification of pulchritudo in a sort of “infinite attribute” of being, who identifies with being itself, for which it is revealed as privileged “vehicle” of spiritual experience but also, indirectly and implicitly, a theoretical tool of legitimacy and appreciation of figurative sacred art.
Giovanni usa, solo nel Periphyseon, ben 89 volte il termine pulchritudo e si contano 64 ulteriori occorrenze dei termini con la medesima radice e appartenenti alla stessa area semantica (l’aggettivo pulcher, il sostantivato pulchrum, l’avverbio pulchre, i superlativi pulcherrimus e pulcherrime), a riprova dell’importanza che assume nel suo pensiero la problematica riguardante la natura e la funzione del bello. Non essendo tuttavia possibile presentare qui un dossier esaustivo, o quanto meno ampio, di tali occorrenze, mi limito a puntualizzare che l’impostazione che l’Autore dà alla riflessione sulla bellezza sin dal primo libro della sua opera de divisione naturae, e che abbiamo ricordato sopra, è ribadita nei successivi, cioè l’identificazione nella pulchritudo di una sorta di “attributo infinito” dell’essere, che si identifica con l’essere stesso, per cui essa si rivela “veicolo” privilegiato dell’esperienza spirituale ma anche, indirettamente e implicitamente, strumento teorico di legittimazione e di valorizzazione dell’arte figurativa sacra
"Pulchrum" and "Pulchritudo" in John Eriugena
MARTELLO, Concetto
2013-01-01
Abstract
Giovanni usa, solo nel Periphyseon, ben 89 volte il termine pulchritudo e si contano 64 ulteriori occorrenze dei termini con la medesima radice e appartenenti alla stessa area semantica (l’aggettivo pulcher, il sostantivato pulchrum, l’avverbio pulchre, i superlativi pulcherrimus e pulcherrime), a riprova dell’importanza che assume nel suo pensiero la problematica riguardante la natura e la funzione del bello. Non essendo tuttavia possibile presentare qui un dossier esaustivo, o quanto meno ampio, di tali occorrenze, mi limito a puntualizzare che l’impostazione che l’Autore dà alla riflessione sulla bellezza sin dal primo libro della sua opera de divisione naturae, e che abbiamo ricordato sopra, è ribadita nei successivi, cioè l’identificazione nella pulchritudo di una sorta di “attributo infinito” dell’essere, che si identifica con l’essere stesso, per cui essa si rivela “veicolo” privilegiato dell’esperienza spirituale ma anche, indirettamente e implicitamente, strumento teorico di legittimazione e di valorizzazione dell’arte figurativa sacraFile | Dimensione | Formato | |
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