La retorica dell'infanzia abbandonata nel cristianesimo antico. Tra polemica e parenesi

Il saggio indaga il tema dell’abbandono neonatale nei primi secoli d.C., attraverso il confronto tra normativa ecclesiastica e letteratura cristiana coeva. A differenza dei canoni, finalizzati esclusivamente a garantire il carattere definitivo di quella che può definirsi una forma embrionale di ‘adozione’, i Padri potrebbero sembrare, a una prima valutazione dei loro scritti, più attenti all'aspetto umano/religioso del problema, poiché insistono sulla condanna della pratica giudicata crudele e bestiale. Ma a una lettura attenta, che consideri il contesto generale nel quale i riferimenti all’expositio degli infanti sono di volta in volta inseriti nel discorso letterario, il tema appare evocato in modo funzionale a questioni e obiettivi diversi e utilizzato soprattutto come strumento retorico. L'antichità cristiana nella sostanza partecipa del generale atteggiamento di rifiuto/rimozione dell'infanzia, diffuso all’epoca e destinato a protrarsi ancora per tutto il medioevo