La riflessione di Guglielmo di Ockham nel decennio 1338-1347 è a mio avviso da ricercare nella capacità dell’ex baccalaureus oxoniense di estendere l’influenza della spiritualità francescana alla comprensione delle problematiche e delle tensioni politiche del tempo. È infatti a partire dalla difesa della povertà dell’Ordine, ribadita dal Capitolo Generale del 1322 e dichiarata eretica dal pontefice Giovanni XXII attraverso le tre costituzioni "Ad conditorem canonum", "Cum inter nonnullos" e "Quia quorundam mentes", promulgate nel biennio successivo, che Ockham distingue e distanzia la fonte del potere spirituale da quella del potere temporale, per giungere a una vera e propria “desacralizzazione” di quest’ultimo e all’elaborazione di una concezione “ascendente” dell’autorità secolare, che concepisce quindi del tutto autonoma, in linea di principio, rispetto all’ambito dell’influenza ecclesiastica.
Titolo: | La critica alla teocrazia nel Dialogus di Guglielmo di Ockham |
Autori interni: | |
Data di pubblicazione: | 2007 |
Handle: | http://hdl.handle.net/20.500.11769/71166 |
ISBN: | 88-88615-63-6 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |