Nelle opere degli scolastici del XII secolo francese è rilevabile un ridimensionamento dell’apofasi rispetto non solo alla teologia del neoplatonismo pagano ma anche a quella ps.-dionisiana ed eriugeniana. Essi sono restii ad assumere l’alterità meontologica dell’Uno come condizione della trascendenza, e quindi dell’inconoscibilità e dell’ineffabilità, di Dio, e tendono a concepire il principio creatore come realtà spirituale, inquadrabile nel concetto aristotelico di pensiero che pensa se stesso, e come totalità delle determinazioni possibili dell’essere. Essi non rinunciano quindi all’idea di trascendenza, ma la fondano sulla differenza di grado che intercorre tra il tutto e la parte, tra la totalità dell’essere e l’essere determinato. La peculiare inclinazione verso la metafisica classica degli autori che partecipano, a vario titolo e in diversa misura, al rinnovamento e alla razionalizzazione del sapere nel regno di Francia di Luigi VI il Grosso e di Luigi VII trova una significativa corrispondenza nel modo in cui sono da essi trattati i fondamenti onto-teologici del tema dell'eternità e del tempo, tema che pure ricavano indiscutibilmente da fonti neoplatonizzanti
Eternità e tempo nella “scolastica” del XII secolo
MARTELLO, Concetto
2002-01-01
Abstract
Nelle opere degli scolastici del XII secolo francese è rilevabile un ridimensionamento dell’apofasi rispetto non solo alla teologia del neoplatonismo pagano ma anche a quella ps.-dionisiana ed eriugeniana. Essi sono restii ad assumere l’alterità meontologica dell’Uno come condizione della trascendenza, e quindi dell’inconoscibilità e dell’ineffabilità, di Dio, e tendono a concepire il principio creatore come realtà spirituale, inquadrabile nel concetto aristotelico di pensiero che pensa se stesso, e come totalità delle determinazioni possibili dell’essere. Essi non rinunciano quindi all’idea di trascendenza, ma la fondano sulla differenza di grado che intercorre tra il tutto e la parte, tra la totalità dell’essere e l’essere determinato. La peculiare inclinazione verso la metafisica classica degli autori che partecipano, a vario titolo e in diversa misura, al rinnovamento e alla razionalizzazione del sapere nel regno di Francia di Luigi VI il Grosso e di Luigi VII trova una significativa corrispondenza nel modo in cui sono da essi trattati i fondamenti onto-teologici del tema dell'eternità e del tempo, tema che pure ricavano indiscutibilmente da fonti neoplatonizzantiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.