Questo scritto riprende i principali temi del quadro teorico di un lavoro di ricerca più ampio, che riguarda l’analisi empirica comparata degli istituti di Difesa civica nei principali Paesi europei. Il tema della difesa civica, rappresenta oggi uno spaccato (o una cartina di tornasole) del dibattito internazionale, negli ambienti scientifici e non, sulle questioni legate al tema della cittadinanza e della partecipazione politica. Se è lecito, infatti, sottolineare l’«anzianità» degli istituti della Difesa civica, altrettanto lecito è sottolinearne la «contemporaneità» che coincide con una pressante azione volta a trovare soluzione ai problemi legati ad una piena effettività del concetto di «cittadinanza». Oggi, così, questo istituto, variamente definito e contraddistinto sotto il profilo sostantivo, esiste in più di 120 paesi del mondo e soprattutto caratterizza lo scenario istituzionale delle cosiddette «democrazie mature». Nella prima parte dello scritto vengono richiamati i principali «nodi» intorno ai quali si sviluppa oggi il dibattito pluri-tematico e pluri-disciplinare sui modelli di democrazia sostanziale, in cui può essere inquadrato il tema del ruolo concretamente esercitato dall’Ombudsman, richiamano i tre concetti fra i quali oscillano sia la dottrina sia la cosiddetta «giurisprudenza dei Difensori civici»: «difesa», «controllo» e «partecipazione». Detto con il linguaggio della politologia e della sociologia organizzativa e dei sistemi sociali, questo oscillare altro non significa che la “traduzione” e “applicazione” al caso del Difensore civico del “classico” «dilemma tra democrazia ed efficienza»: da un lato, cioè, il Difensore civico come strumento di rafforzamento della democrazia sostanziale; dall’altro, invece, come strumento per assicurare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. In particolare, la riflessione sottolinea la necessità di leggere il dilemma tra democrazia ed efficienza nel quadro delle questioni attinenti la qualità della democrazia, dove la dimensione normativa e l’analisi empirica tendono ad intrecciarsi in modo sempre più stretto. In questa ottica, è plausibile sostenere, come si fa nella seconda parte del lavoro, l’utilità di un istituto di carattere generale (quale il Difensore civico) per implementare le occasioni e le forme della partecipazione e per rendere la democrazia efficace ed efficiente nella dialettica sui diritti del cittadino. La deliberata opportunità di scelta, e da ciò quella di optare tra vie alternative nel porre rimedi, costituisce una specifica caratteristica della variante di democrazia pluralista. Talvolta la capacità di dare ai cittadini l’opportunità di scelta serve ad arricchire la gamma dei “prodotti” che una democrazia può distribuire ai propri cittadini, conseguentemente, rafforzarsi qualitativamente. Tutto questo è possibile sostenerlo all’interno di un processo di sviluppo della difesa civica in Europa, contribuendo con essa al successo di un modello di democrazia pluralista. D’altronde l’effettiva realizzazione dei diritti umani – specialmente (ma non esclusivamente) di tipo culturale, economico e sociale – dipende in larga parte dalla qualità della pubblica amministrazione. Questo perché la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea concerne anche il diritto ad avvalersi di un’ottima amministrazione, come imprescindibile diritto del cittadino.

LA QUALITà DELLA DEMOCRAZIA E LA DIFESA CIVICA

LA BELLA, MARCO VALERIO LIVIO
2008-01-01

Abstract

Questo scritto riprende i principali temi del quadro teorico di un lavoro di ricerca più ampio, che riguarda l’analisi empirica comparata degli istituti di Difesa civica nei principali Paesi europei. Il tema della difesa civica, rappresenta oggi uno spaccato (o una cartina di tornasole) del dibattito internazionale, negli ambienti scientifici e non, sulle questioni legate al tema della cittadinanza e della partecipazione politica. Se è lecito, infatti, sottolineare l’«anzianità» degli istituti della Difesa civica, altrettanto lecito è sottolinearne la «contemporaneità» che coincide con una pressante azione volta a trovare soluzione ai problemi legati ad una piena effettività del concetto di «cittadinanza». Oggi, così, questo istituto, variamente definito e contraddistinto sotto il profilo sostantivo, esiste in più di 120 paesi del mondo e soprattutto caratterizza lo scenario istituzionale delle cosiddette «democrazie mature». Nella prima parte dello scritto vengono richiamati i principali «nodi» intorno ai quali si sviluppa oggi il dibattito pluri-tematico e pluri-disciplinare sui modelli di democrazia sostanziale, in cui può essere inquadrato il tema del ruolo concretamente esercitato dall’Ombudsman, richiamano i tre concetti fra i quali oscillano sia la dottrina sia la cosiddetta «giurisprudenza dei Difensori civici»: «difesa», «controllo» e «partecipazione». Detto con il linguaggio della politologia e della sociologia organizzativa e dei sistemi sociali, questo oscillare altro non significa che la “traduzione” e “applicazione” al caso del Difensore civico del “classico” «dilemma tra democrazia ed efficienza»: da un lato, cioè, il Difensore civico come strumento di rafforzamento della democrazia sostanziale; dall’altro, invece, come strumento per assicurare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. In particolare, la riflessione sottolinea la necessità di leggere il dilemma tra democrazia ed efficienza nel quadro delle questioni attinenti la qualità della democrazia, dove la dimensione normativa e l’analisi empirica tendono ad intrecciarsi in modo sempre più stretto. In questa ottica, è plausibile sostenere, come si fa nella seconda parte del lavoro, l’utilità di un istituto di carattere generale (quale il Difensore civico) per implementare le occasioni e le forme della partecipazione e per rendere la democrazia efficace ed efficiente nella dialettica sui diritti del cittadino. La deliberata opportunità di scelta, e da ciò quella di optare tra vie alternative nel porre rimedi, costituisce una specifica caratteristica della variante di democrazia pluralista. Talvolta la capacità di dare ai cittadini l’opportunità di scelta serve ad arricchire la gamma dei “prodotti” che una democrazia può distribuire ai propri cittadini, conseguentemente, rafforzarsi qualitativamente. Tutto questo è possibile sostenerlo all’interno di un processo di sviluppo della difesa civica in Europa, contribuendo con essa al successo di un modello di democrazia pluralista. D’altronde l’effettiva realizzazione dei diritti umani – specialmente (ma non esclusivamente) di tipo culturale, economico e sociale – dipende in larga parte dalla qualità della pubblica amministrazione. Questo perché la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea concerne anche il diritto ad avvalersi di un’ottima amministrazione, come imprescindibile diritto del cittadino.
2008
887796483-9
Qualità della Democrazia; Difesa civica; Cittadinanza; Partecipazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/75517
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