Il Registrum epistolarum di Gregorio Magno appare sicuramente importante per la comprensione della cristianizzazione dell’Occidente. Il fenomeno può essere sicuramente considerato come una straordinaria testimonianza dei processi di acculturazione che si svolsero nella Sicilia tardoantica, fenomeni di carattere osmotico, che formarono un sistema organico, anche se non identico nello spazio e nel tempo. Dal punto di vista religioso, comunque, la Sicilia presenta caratteristiche che l’accomunano alla vasta area del Mediterraneo. Dalle epistole di Gregorio emerge come il papa si prodigasse per l’eliminazione delle eresie e del paganesimo, che pe i rustici, “cultori di idoli”, acquisiva un carattere identitario spesso irrinunciabile. Il caso più significativo è quello della canterma, rituale superstizioso che coinvolse anche il clero siracusano e che affondava le sue radici in pratiche antiche, punite severamente dalle leggi delle dodici tavole, ostili a qualsiasi minaccia nei confronti della società agricola del tempo. Incantesimi e rituali superstiziosi di tal fatta aprono uno squarcio sulla religiosità isolana della Tarda Antichità e si ricollegano ad una serie di pietre opistografe, poste a difesa dei campi, che testimoniano la mutazione dei semones, nei daemones agostiniani e negli angeli, i cui nomi sono presenti nelle pietre, attestanti l’invasività del giudaismo magico, in cui l’arcangelo Michele, possibile alternativa di Cristo, aveva preso il posto non solo di Attis, paredro di Cibele, ma delle maggiori divinità soteriche e iatriche orientali.

Gregorio Magno e la Sicilia, tra sacro e profano: la testimonianza di alcune epistole

GIUFFRIDA, Claudia
2016-01-01

Abstract

Il Registrum epistolarum di Gregorio Magno appare sicuramente importante per la comprensione della cristianizzazione dell’Occidente. Il fenomeno può essere sicuramente considerato come una straordinaria testimonianza dei processi di acculturazione che si svolsero nella Sicilia tardoantica, fenomeni di carattere osmotico, che formarono un sistema organico, anche se non identico nello spazio e nel tempo. Dal punto di vista religioso, comunque, la Sicilia presenta caratteristiche che l’accomunano alla vasta area del Mediterraneo. Dalle epistole di Gregorio emerge come il papa si prodigasse per l’eliminazione delle eresie e del paganesimo, che pe i rustici, “cultori di idoli”, acquisiva un carattere identitario spesso irrinunciabile. Il caso più significativo è quello della canterma, rituale superstizioso che coinvolse anche il clero siracusano e che affondava le sue radici in pratiche antiche, punite severamente dalle leggi delle dodici tavole, ostili a qualsiasi minaccia nei confronti della società agricola del tempo. Incantesimi e rituali superstiziosi di tal fatta aprono uno squarcio sulla religiosità isolana della Tarda Antichità e si ricollegano ad una serie di pietre opistografe, poste a difesa dei campi, che testimoniano la mutazione dei semones, nei daemones agostiniani e negli angeli, i cui nomi sono presenti nelle pietre, attestanti l’invasività del giudaismo magico, in cui l’arcangelo Michele, possibile alternativa di Cristo, aveva preso il posto non solo di Attis, paredro di Cibele, ma delle maggiori divinità soteriche e iatriche orientali.
2016
978-88-6318-089-3
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/79266
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