It is characteristic of the Abaelard’s reflection on the relationship between Christianity and the ancient philosophy the idea whereby the first must be considered the height and "realization" of the second, so the revelation appears to be measure of the truth contained in the philosophical works but it adds nothing to the understanding and representation of the True and the Good of the the philosophers and poets, using the natural faculties of the human soul
È peculiare della riflessione di Abelardo sulle relazioni che il cristianesimo “coltiva” con ciò che rimane della filosofia antica l’idea, che si integra nel suo pensiero teologico fino a divenirne parte integrante e caratterizzante, secondo la quale il primo è da considerare culmine e “inveramento” della seconda, per cui la rivelazione risulta essere misura della verità contenuta nelle opere filosofiche e strumento di selezione dei problemi da affidare al vaglio della ragione, ma non aggiunge nulla alla comprensione e alla rappresentazione del Vero e del Bene cui sono pervenuti i filosofi e i poeti, servendosi delle facoltà naturali dell’anima umana
Titolo: | Sull'uso della filosofia antica nella "theologia" di Pietro Abelardo |
Autori interni: | |
Data di pubblicazione: | 2012 |
Handle: | http://hdl.handle.net/20.500.11769/80143 |
ISBN: | 978-88-6485-049-8 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |