Le allegorie del canto XXIX del "Purgatorio" sono caratterizzate da un tratto antinaturalistico, straniato; soprattutto il Grifone e i quattro animali che lo attorniano. Non è necessaria soltanto una investigazione dei significati (Cristo, i quattro Vangeli), ma anche un'indagine dedicata ai significanti, al loro scarto clamoroso. Il precedente è costituito dai "simboli dissimili" di cui avevano parlato Dionigi Areopagita, Giovanni Scoto Eriugena e(nel loro solco) Tommaso d'Aquino. Si tratta di immagini relative al divino, ma immagini volutamente spregevoli, sconvenienti, persino assurde; la loro funzione è di bloccare ogni processo indebito di identificazione che risolva ciò che è trascendente in ciò che è sensibile. Nelle figurazioni del grifone e dei quattro animali, Dante rilancia questo procedimento. L'oltranza della morfologia, che porta al dispiegamento di forme mostruose, non è però accompagnato, in questo canto, da una corrispettiva oltranza della cinetica. Il progetto di Dante, in "Purgatorio" XXIX, è ammortizzare la morfologia eccentrica con la compostezza della postura e la solennità dell'azione, che è precisamente azione paraliturgica, spettacolo sacro dai movimenti non improvvisati, ma obbedienti a un copione e impregnati di gravità ieratica.

Canto XXIX. Simboli in processione

CRISTALDI, Sergio Alfio Maria
2014-01-01

Abstract

Le allegorie del canto XXIX del "Purgatorio" sono caratterizzate da un tratto antinaturalistico, straniato; soprattutto il Grifone e i quattro animali che lo attorniano. Non è necessaria soltanto una investigazione dei significati (Cristo, i quattro Vangeli), ma anche un'indagine dedicata ai significanti, al loro scarto clamoroso. Il precedente è costituito dai "simboli dissimili" di cui avevano parlato Dionigi Areopagita, Giovanni Scoto Eriugena e(nel loro solco) Tommaso d'Aquino. Si tratta di immagini relative al divino, ma immagini volutamente spregevoli, sconvenienti, persino assurde; la loro funzione è di bloccare ogni processo indebito di identificazione che risolva ciò che è trascendente in ciò che è sensibile. Nelle figurazioni del grifone e dei quattro animali, Dante rilancia questo procedimento. L'oltranza della morfologia, che porta al dispiegamento di forme mostruose, non è però accompagnato, in questo canto, da una corrispettiva oltranza della cinetica. Il progetto di Dante, in "Purgatorio" XXIX, è ammortizzare la morfologia eccentrica con la compostezza della postura e la solennità dell'azione, che è precisamente azione paraliturgica, spettacolo sacro dai movimenti non improvvisati, ma obbedienti a un copione e impregnati di gravità ieratica.
2014
978-88-8402-922-5
Dante; Simbolismo; Straniamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/81784
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