il Convegno ha messo in luce le fondamenta della pedagogia tenendo conto dei due fronti di analisi del problema formativo: 1) la complessità del sapere pedagogico oscillante tra teorie e le sue possibili applicazioni; e 2) la problematicità e l’imprevedibilità della formazione stessa, perché si misura con la vita degli uomini che si danno forma all’interno di contingenze storiche e sociali e che, con le loro singolari, e spesso complesse e problematiche, esperienze di vita, si offrono al vaglio dell’analisi e della riflessione. Il tentativo è stato quello di focalizzare gli impliciti pedagogici presenti all’interno di questo tema del recupero e dell’integrazione, non più e non solo indagato in relazione ai diversamente abili, ma in relazione ai diversi e differenti gruppi umani, facendo leva sulla loro integrazione ed inclusione; concetti questi ultimi concepiti come costrutti pedagogici con un forte senso teoretico, che chiamano in causa tutti i soggetti educandus (i cosiddetti normodotati) ma anche i diversi soggetti istituzionali impegnati in azioni educative, istruttive e formative come la famiglia, la scuola, l’extrascuola (dal territorio alle agenzie informali). È stata perciò l’occasione che ha condotto a ripensare, nell’età contemporanea, ruoli e funzioni dei docenti, dei dirigenti scolastici, della famiglia e delle istituzioni in genere, nell’ottica dell’integrazione e dell’inclusione formativa e sociale. Si è evidenziata la necessità di promuovere una pedagogia critica dell’emancipazione volta ad analizzare, interpretare, disvelare tutte le categorie pedagogiche e scolastiche significative, al fine di dare senso e valore all’esistenza del soggetto-persona che oggi sempre più appare disorientato in una società sempre più disorientante e caotica.
Introduzione
MULE', PAOLINA
2013-01-01
Abstract
il Convegno ha messo in luce le fondamenta della pedagogia tenendo conto dei due fronti di analisi del problema formativo: 1) la complessità del sapere pedagogico oscillante tra teorie e le sue possibili applicazioni; e 2) la problematicità e l’imprevedibilità della formazione stessa, perché si misura con la vita degli uomini che si danno forma all’interno di contingenze storiche e sociali e che, con le loro singolari, e spesso complesse e problematiche, esperienze di vita, si offrono al vaglio dell’analisi e della riflessione. Il tentativo è stato quello di focalizzare gli impliciti pedagogici presenti all’interno di questo tema del recupero e dell’integrazione, non più e non solo indagato in relazione ai diversamente abili, ma in relazione ai diversi e differenti gruppi umani, facendo leva sulla loro integrazione ed inclusione; concetti questi ultimi concepiti come costrutti pedagogici con un forte senso teoretico, che chiamano in causa tutti i soggetti educandus (i cosiddetti normodotati) ma anche i diversi soggetti istituzionali impegnati in azioni educative, istruttive e formative come la famiglia, la scuola, l’extrascuola (dal territorio alle agenzie informali). È stata perciò l’occasione che ha condotto a ripensare, nell’età contemporanea, ruoli e funzioni dei docenti, dei dirigenti scolastici, della famiglia e delle istituzioni in genere, nell’ottica dell’integrazione e dell’inclusione formativa e sociale. Si è evidenziata la necessità di promuovere una pedagogia critica dell’emancipazione volta ad analizzare, interpretare, disvelare tutte le categorie pedagogiche e scolastiche significative, al fine di dare senso e valore all’esistenza del soggetto-persona che oggi sempre più appare disorientato in una società sempre più disorientante e caotica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.