Il canto XXVIII dell'Inferno dantesco, dedicato ai seminatori di scandalo e di scisma, riprende il tema della guerra, proprio della poesia romanza delle armi nonché dell'epica classica, ma lo declina in maniera originale. Dai precedenti medievali e antichi Dante assume l'evidenza di uno scempio terribile; il poeta, però, risignifica questo tratto, lo ambienta in un'orbita inedita dove la sofferenza è ancora più atroce e su di essa aleggia la ferma, inappellabile giustizia divina. Le figure dell'impossibile collocate sulla soglia del canto e relative all'impossibilità di esprimere adeguatamente lo spettacolo in oggetto, annunciano lo scavalcamento del sistema letterario e l'inaugurazione di un nuovo genere, caratterizzato dall'ambientazione escatologica. Discordia religiosa e discordia civile definiscono le due grandi articolazioni del canto. La rappresentazione indugia sui corpi e sul loro fisico sfascio in forza di una tipica concezione medievale che avvertiva in tutta la sua concretezza il vincolo comunitario e accreditava l'immagine della società-corpo, in riferimento sia alla Chiesa che allo Stato.
Il canto XXVIII dell'Inferno
CRISTALDI, Sergio Alfio Maria
2011-01-01
Abstract
Il canto XXVIII dell'Inferno dantesco, dedicato ai seminatori di scandalo e di scisma, riprende il tema della guerra, proprio della poesia romanza delle armi nonché dell'epica classica, ma lo declina in maniera originale. Dai precedenti medievali e antichi Dante assume l'evidenza di uno scempio terribile; il poeta, però, risignifica questo tratto, lo ambienta in un'orbita inedita dove la sofferenza è ancora più atroce e su di essa aleggia la ferma, inappellabile giustizia divina. Le figure dell'impossibile collocate sulla soglia del canto e relative all'impossibilità di esprimere adeguatamente lo spettacolo in oggetto, annunciano lo scavalcamento del sistema letterario e l'inaugurazione di un nuovo genere, caratterizzato dall'ambientazione escatologica. Discordia religiosa e discordia civile definiscono le due grandi articolazioni del canto. La rappresentazione indugia sui corpi e sul loro fisico sfascio in forza di una tipica concezione medievale che avvertiva in tutta la sua concretezza il vincolo comunitario e accreditava l'immagine della società-corpo, in riferimento sia alla Chiesa che allo Stato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.