Gli spazi aperti e le aree verdi urbane possono rivestire un ruolo fondamentale nella mitigazione dei rischi legati ai cambiamenti climatici in virtù della loro capacità di catturare e sequestrare anidride carbonica prodotta dalle attività umane. Il presente contributo propone un metodo che a partire da una attenta analisi dei diversi tipi morfologici di tessuti urbani, condotta in una prospettiva energetico-ambientale, consente di valutare il comportamento degli spazi aperti in termini di interrelazioni fra energia ed emissioni. Gli esiti di tale ricerca consentono di evidenziare limiti e potenzialità di specifici brani urbani e di delineare possibili strategie di intervento nella prospettiva di una sempre più ampia sostenibilità energetica delle città italiane. Campo entro il quale la tesi trova argomentazioni Le aree urbane sono oggi responsabili del 75% del consumo di energia primaria e di circa il 60% di emissioni globali di anidride carbonica, di cui oltre il 50% può essere attribuito agli edifici. Dal secondo dopoguerra, i processi di crescita e trasformazione urbana hanno prodotto in Italia tessuti con assetti morfologici diversi per configurazione spaziale e scelta di tipi edilizi ma accomunati, nel corso dei diversi decenni, dallo stesso approccio culturaleprogettuale caratterizzato da una totale mancanza di attenzione agli aspetti energetico-ambientali. L’esplorazione delle relazioni fra gli aspetti morfologici e quelli della domanda energetica, dense di derivazioni multiscalari ed interdisciplinari, rappresenta invece un tema di notevole rilevanza, soprattutto se guardato rispetto alla necessità per i contesti urbani di dover fronteggiare, con adeguate strategie di mitigazione, gli effetti dei cambiamenti climatici. Prospettive di lavoro Il metodo di lavoro, esplorato nell’ambito della città di Catania, è articolato in quattro fasi. La prima prevede l’individuazione delle peculiarità morfologiche delle aree urbane. La seconda l’analisi dei contributi, in termini diemissione/sequestro di CO2, degli spazi edificati e aperti appartenenti ai diversi tipi di tessuti urbani identificati. La terza fase consiste nell’ individuazione di un modello sintetico di valutazione che consente di formulare valutazioni sul comportamento dei tessuti urbani in chiave energetica. I risultati consentono quindi, nella fase successiva, di individuare i fattori che con maggiore incidenza intervengono nel bilancio di emissioni e di valutare scneari di azioni di mitigazione in relazione a ciascun tipo di tessuto urbano analizzato. Gli esiti di questa ricerca possono dunque contribuire, anche attraverso l’individuazione di priorità di intervento e di opportune scelte localizzative, alla costruzione di strategie di pianificazione finalizzate alla sostenibilità energetica dei contesti urbani in una prospettiva di mitigazione dei rischi da cambiamenti climatici.
Città e sostenibilità energetica. Il contributo della morfologia urbana nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici
R. Privitera;MARTINICO, Francesco;FICHERA, Alberto
2015-01-01
Abstract
Gli spazi aperti e le aree verdi urbane possono rivestire un ruolo fondamentale nella mitigazione dei rischi legati ai cambiamenti climatici in virtù della loro capacità di catturare e sequestrare anidride carbonica prodotta dalle attività umane. Il presente contributo propone un metodo che a partire da una attenta analisi dei diversi tipi morfologici di tessuti urbani, condotta in una prospettiva energetico-ambientale, consente di valutare il comportamento degli spazi aperti in termini di interrelazioni fra energia ed emissioni. Gli esiti di tale ricerca consentono di evidenziare limiti e potenzialità di specifici brani urbani e di delineare possibili strategie di intervento nella prospettiva di una sempre più ampia sostenibilità energetica delle città italiane. Campo entro il quale la tesi trova argomentazioni Le aree urbane sono oggi responsabili del 75% del consumo di energia primaria e di circa il 60% di emissioni globali di anidride carbonica, di cui oltre il 50% può essere attribuito agli edifici. Dal secondo dopoguerra, i processi di crescita e trasformazione urbana hanno prodotto in Italia tessuti con assetti morfologici diversi per configurazione spaziale e scelta di tipi edilizi ma accomunati, nel corso dei diversi decenni, dallo stesso approccio culturaleprogettuale caratterizzato da una totale mancanza di attenzione agli aspetti energetico-ambientali. L’esplorazione delle relazioni fra gli aspetti morfologici e quelli della domanda energetica, dense di derivazioni multiscalari ed interdisciplinari, rappresenta invece un tema di notevole rilevanza, soprattutto se guardato rispetto alla necessità per i contesti urbani di dover fronteggiare, con adeguate strategie di mitigazione, gli effetti dei cambiamenti climatici. Prospettive di lavoro Il metodo di lavoro, esplorato nell’ambito della città di Catania, è articolato in quattro fasi. La prima prevede l’individuazione delle peculiarità morfologiche delle aree urbane. La seconda l’analisi dei contributi, in termini diemissione/sequestro di CO2, degli spazi edificati e aperti appartenenti ai diversi tipi di tessuti urbani identificati. La terza fase consiste nell’ individuazione di un modello sintetico di valutazione che consente di formulare valutazioni sul comportamento dei tessuti urbani in chiave energetica. I risultati consentono quindi, nella fase successiva, di individuare i fattori che con maggiore incidenza intervengono nel bilancio di emissioni e di valutare scneari di azioni di mitigazione in relazione a ciascun tipo di tessuto urbano analizzato. Gli esiti di questa ricerca possono dunque contribuire, anche attraverso l’individuazione di priorità di intervento e di opportune scelte localizzative, alla costruzione di strategie di pianificazione finalizzate alla sostenibilità energetica dei contesti urbani in una prospettiva di mitigazione dei rischi da cambiamenti climatici.File | Dimensione | Formato | |
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