L’articolo porta a conoscenza il rinvenimento di un raro esemplare dei “Mottetti sacri, ad una, due, tre, e quattro voci con Violini per ogni tempo” (Napoli, Muzio, 1702) di Alessandro Scarlatti nell’antico fondo benedettino delle Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero di Catania. Si tratta dell’unico esemplare quasi completo (manca del libro parte del violino I), rintracciato ai nostri giorni, dell’unica edizione a stampa direttamente licenziata da Scarlatti, essendo stati documentati i rapporti fra questi e lo stampatore napoletano Luigi Muzio. Tuttavia tra il 1707 e il 1708 i Mottetti sacri conobbero una nuova edizione, non autorizzata, ad opera dello stampatore Estienne Roger di Amsterdam che aveva già pubblicato una raccolta di cantate sempre di Scarlatti, anche in questo caso senza il consenso dell’autore. La nuova edizione, che comprendeva tutte le composizioni presenti nella stampa napoletana di Muzio ad eccezione del mottetto Mitissime dulcissime, venne alla luce col titolo di Concerti sacri e contrassegnata come opera seconda, giacché la raccolta delle cantate edite in precedenza figurava come opera prima. Il contributo pertanto sollecita una riflessione rivolta a un’analisi storico-critica della produzione mottettistica di Scarlatti in relazione al contesto musicale tra Seicento e Settecento e alla fortuna di questa importante porzione della sua produzione sacra. A tal fine, nell’articolo si fa principalmente riferimento alla raccolta del 1702, allargando a un confronto di essa con l’edizione non autorizzata dei Concerti sacri rispetto alla quale si mettono in luce rilevanti divergenze.

Critica dell'edizione critica: quattro casi. A proposito di A. Scarlatti, Concerti sacri, opera seconda

DE LUCA, MARIA
2011-01-01

Abstract

L’articolo porta a conoscenza il rinvenimento di un raro esemplare dei “Mottetti sacri, ad una, due, tre, e quattro voci con Violini per ogni tempo” (Napoli, Muzio, 1702) di Alessandro Scarlatti nell’antico fondo benedettino delle Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero di Catania. Si tratta dell’unico esemplare quasi completo (manca del libro parte del violino I), rintracciato ai nostri giorni, dell’unica edizione a stampa direttamente licenziata da Scarlatti, essendo stati documentati i rapporti fra questi e lo stampatore napoletano Luigi Muzio. Tuttavia tra il 1707 e il 1708 i Mottetti sacri conobbero una nuova edizione, non autorizzata, ad opera dello stampatore Estienne Roger di Amsterdam che aveva già pubblicato una raccolta di cantate sempre di Scarlatti, anche in questo caso senza il consenso dell’autore. La nuova edizione, che comprendeva tutte le composizioni presenti nella stampa napoletana di Muzio ad eccezione del mottetto Mitissime dulcissime, venne alla luce col titolo di Concerti sacri e contrassegnata come opera seconda, giacché la raccolta delle cantate edite in precedenza figurava come opera prima. Il contributo pertanto sollecita una riflessione rivolta a un’analisi storico-critica della produzione mottettistica di Scarlatti in relazione al contesto musicale tra Seicento e Settecento e alla fortuna di questa importante porzione della sua produzione sacra. A tal fine, nell’articolo si fa principalmente riferimento alla raccolta del 1702, allargando a un confronto di essa con l’edizione non autorizzata dei Concerti sacri rispetto alla quale si mettono in luce rilevanti divergenze.
2011
Alessandro Scarlatti; Mottetti sacri; Concerti sacri
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/10889
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