Urbanistica, storia del corpo, storia della medicina, storia della pittura, storia della letteratura sono convocate per ricostruire il momento in cui la scrittura letteraria francese del primo Novecento racconta - ad una Europa ancora non pienamente consapevole - uno dei più significativi cambiamenti nel vivere quotidiano: l’invenzione della villeggiatura e la fondazione/riedificicazione di quelle città artificiali che saranno destinate ad ospitare il neonato turismo internazionale. Jean Lorrain e Marcel Proust colgono il momento aurorale di un movimento destinato ad allargarsi fino a raggiungere le dimensioni di massa oggi ben note, ma non si limitano all’annuncio: con lo strumento della metafora filée o della diegesi ci porgono il senso di un cambiamento che non riguarda solo il nostro tempo libero ma investe nel profondo la nozione stessa di socialità. La città cosmopolita, ludica e balneare ignora la coesione e si accontenta della contiguità, mostrandoci gruppi eterogenei che si sfiorano senza comprendersi e convivono senza costruire una comunità degna di questo nome.

Da Nizza a Balbec o dell'invenzione della città di villeggiatura

SIPALA, Carminella
2013-01-01

Abstract

Urbanistica, storia del corpo, storia della medicina, storia della pittura, storia della letteratura sono convocate per ricostruire il momento in cui la scrittura letteraria francese del primo Novecento racconta - ad una Europa ancora non pienamente consapevole - uno dei più significativi cambiamenti nel vivere quotidiano: l’invenzione della villeggiatura e la fondazione/riedificicazione di quelle città artificiali che saranno destinate ad ospitare il neonato turismo internazionale. Jean Lorrain e Marcel Proust colgono il momento aurorale di un movimento destinato ad allargarsi fino a raggiungere le dimensioni di massa oggi ben note, ma non si limitano all’annuncio: con lo strumento della metafora filée o della diegesi ci porgono il senso di un cambiamento che non riguarda solo il nostro tempo libero ma investe nel profondo la nozione stessa di socialità. La città cosmopolita, ludica e balneare ignora la coesione e si accontenta della contiguità, mostrandoci gruppi eterogenei che si sfiorano senza comprendersi e convivono senza costruire una comunità degna di questo nome.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/14451
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