Italy is one of the countries that suffered the worst effects of the recent economic recession. However, contrary to expectations, the crisis didn’t result a turning point of migration trends characterizing Italy in the last decade, such as the intensification of inflows and the persistent growth in demand for immigrant labour. Rather, the crisis slow the growth of previous years and has made immigrants more vulnerable in the labour market. From this scenario, and considering the deep regional differences characterizing the occupational integration of immigrants in Italy, the paper aims to evaluate whether, and to what extent, the crisis had different impacts along the North/South axis. The analysis shows, in fact, that contrary to what occurred between natives, immigrants living in the central and northern regions have paid in recent years the highest price; in the South, instead, the change appears to be limited and in some cases positive. However, it depend mostly by the sectorial insertion of immigrants. Furthermore, the penalization of immigrants compared to Italian citizens is relative: unlike what happens among the natives, in fact, the demand for immigrant labour continues to grow across the country.

L’Italia è tra i paesi che ha subito le conseguenze più gravi della recente recessione economica. Tuttavia, contrariamente alle attese, la crisi non ha determinato un’inversione di tendenza delle dinamiche migratorie che nell’ultimo decennio hanno caratterizzato la penisola, come l’intensificazione dei flussi in ingresso e la crescita continua della domanda di lavoro immigrato. Piuttosto, la crisi ha contribuito a rallentare la crescita degli anni precedenti e ha reso gli immigrati più vulnerabili sul mercato del lavoro. A partire da questo scenario, e considerando le profonde differenze territoriali che caratterizzano l’inserimento occupazionale degli immigrati in Italia, il saggio intende verificare se, e in che misura, la crisi abbia avuto impatti differenziati lungo l’asse Nord/Sud. L’analisi proposta evidenzia, in effetti, che contrariamente a quanto registrato tra gli autoctoni, sono gli immigrati residenti nelle regioni centro-settentrionali ad aver pagato in questi anni il prezzo più elevato; nel Mezzogiorno, invece, i mutamenti appaiono limitati e in alcuni casi in controtendenza. Tuttavia, si tratta di riscontri che dipendono prevalentemente dalle caratteristiche settoriali dell’inserimento e che penalizzano gli immigrati rispetto agli autoctoni solo in misura relativa: a differenza di quanto avviene tra i nativi, infatti, la domanda di lavoro immigrato continua a crescere in tutto il paese.

Immigrazione, lavoro, crisi economica, in una prospettiva territoriale

AVOLA, MAURIZIO
2013-01-01

Abstract

Italy is one of the countries that suffered the worst effects of the recent economic recession. However, contrary to expectations, the crisis didn’t result a turning point of migration trends characterizing Italy in the last decade, such as the intensification of inflows and the persistent growth in demand for immigrant labour. Rather, the crisis slow the growth of previous years and has made immigrants more vulnerable in the labour market. From this scenario, and considering the deep regional differences characterizing the occupational integration of immigrants in Italy, the paper aims to evaluate whether, and to what extent, the crisis had different impacts along the North/South axis. The analysis shows, in fact, that contrary to what occurred between natives, immigrants living in the central and northern regions have paid in recent years the highest price; in the South, instead, the change appears to be limited and in some cases positive. However, it depend mostly by the sectorial insertion of immigrants. Furthermore, the penalization of immigrants compared to Italian citizens is relative: unlike what happens among the natives, in fact, the demand for immigrant labour continues to grow across the country.
2013
L’Italia è tra i paesi che ha subito le conseguenze più gravi della recente recessione economica. Tuttavia, contrariamente alle attese, la crisi non ha determinato un’inversione di tendenza delle dinamiche migratorie che nell’ultimo decennio hanno caratterizzato la penisola, come l’intensificazione dei flussi in ingresso e la crescita continua della domanda di lavoro immigrato. Piuttosto, la crisi ha contribuito a rallentare la crescita degli anni precedenti e ha reso gli immigrati più vulnerabili sul mercato del lavoro. A partire da questo scenario, e considerando le profonde differenze territoriali che caratterizzano l’inserimento occupazionale degli immigrati in Italia, il saggio intende verificare se, e in che misura, la crisi abbia avuto impatti differenziati lungo l’asse Nord/Sud. L’analisi proposta evidenzia, in effetti, che contrariamente a quanto registrato tra gli autoctoni, sono gli immigrati residenti nelle regioni centro-settentrionali ad aver pagato in questi anni il prezzo più elevato; nel Mezzogiorno, invece, i mutamenti appaiono limitati e in alcuni casi in controtendenza. Tuttavia, si tratta di riscontri che dipendono prevalentemente dalle caratteristiche settoriali dell’inserimento e che penalizzano gli immigrati rispetto agli autoctoni solo in misura relativa: a differenza di quanto avviene tra i nativi, infatti, la domanda di lavoro immigrato continua a crescere in tutto il paese.
Flussi migratori; Occupazione; Disoccupazione; Segregazione professionale; Penalizzazione etnica; Migration flows; Employment; Unemployment; Professional segregation; Ethnic penalization
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/15828
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