Rot, “choreographic action” by Domenico Guaccero (music) and Amedeo Amodio (choreography) could be considered emblematic of the common experimentations led in Rome’s musical theatre during the Sixties and Seventies, also thanks to the involvement of Agostino Bonalumi - leading exponent of the new avant-garde abstract art movement in Milan - as set designer at Teatro dell’Opera’s première in 1973. The genesis, dramatic structure and double horizons of meaning of this work will be considered through the close reading of Guaccero’s sketches and of the work’s documentation, preserved in different archives. In particular, the following features will be highlighted: the nonlinear and analytic-polyphonic conception in the organization of all the dimensions of the work (action, scenography and lighting, non instrumental – either vocal or electronic – sounding elements); Guaccero’s “informal” compositional thought, even if reminiscent of the generative-serial one; the choice and the construction of a twofold reading path (alchemic-psychological from the one side and civil-political from the other one) intended as the place for a possible humanistic synthesis and for a theatre intended as a rite of “active participation”.

Rot, “azione coreografica” di Domenico Guaccero (musica) e Amedeo Amodio (coreografia), può ritenersi lavoro emblematico delle sperimentazioni teatral-musicali ferventi nel contesto romano degli anni ’60-’70, anche per il coinvolgimento, quale scenografo della première realizzata al Teatro dell’Opera nel giugno 1973, di un esponente di punta della neo-avanguardia astrattista, il milanese Agostino Bonalumi. La genesi, l’impianto drammaturgico e il duplice orizzonte di senso del lavoro saranno indagati anche attraverso i non esigui schizzi compositivi di Guaccero e la documentazione conservata presso vari archivi con l’obiettivo di mettere in risalto i seguenti elementi: la concezione complessa e analitico-polifonica nella gestione di tutte le componenti in gioco (azione, scenografie e luci, elementi sonori strumentali, vocali o elettronici); il pensiero compositivo essenzialmente ‘informale’, ma non privo di richiami a quello generativo-seriale, di Guaccero; la scelta e la costruzione di un parallelo percorso di lettura (alchemico-psicologico e politico-civile) quale luogo di una possibile sintesi umanistica, e di un’idea di teatro mirante utopicamente al rito come “partecipazione attiva”.

Un teatro musicale danzato “polifonico” e polisenso: Rot (1970-1972) di Domenico Guaccero

MASTROPIETRO, ALESSANDRO
2016-01-01

Abstract

Rot, “choreographic action” by Domenico Guaccero (music) and Amedeo Amodio (choreography) could be considered emblematic of the common experimentations led in Rome’s musical theatre during the Sixties and Seventies, also thanks to the involvement of Agostino Bonalumi - leading exponent of the new avant-garde abstract art movement in Milan - as set designer at Teatro dell’Opera’s première in 1973. The genesis, dramatic structure and double horizons of meaning of this work will be considered through the close reading of Guaccero’s sketches and of the work’s documentation, preserved in different archives. In particular, the following features will be highlighted: the nonlinear and analytic-polyphonic conception in the organization of all the dimensions of the work (action, scenography and lighting, non instrumental – either vocal or electronic – sounding elements); Guaccero’s “informal” compositional thought, even if reminiscent of the generative-serial one; the choice and the construction of a twofold reading path (alchemic-psychological from the one side and civil-political from the other one) intended as the place for a possible humanistic synthesis and for a theatre intended as a rite of “active participation”.
2016
Rot, “azione coreografica” di Domenico Guaccero (musica) e Amedeo Amodio (coreografia), può ritenersi lavoro emblematico delle sperimentazioni teatral-musicali ferventi nel contesto romano degli anni ’60-’70, anche per il coinvolgimento, quale scenografo della première realizzata al Teatro dell’Opera nel giugno 1973, di un esponente di punta della neo-avanguardia astrattista, il milanese Agostino Bonalumi. La genesi, l’impianto drammaturgico e il duplice orizzonte di senso del lavoro saranno indagati anche attraverso i non esigui schizzi compositivi di Guaccero e la documentazione conservata presso vari archivi con l’obiettivo di mettere in risalto i seguenti elementi: la concezione complessa e analitico-polifonica nella gestione di tutte le componenti in gioco (azione, scenografie e luci, elementi sonori strumentali, vocali o elettronici); il pensiero compositivo essenzialmente ‘informale’, ma non privo di richiami a quello generativo-seriale, di Guaccero; la scelta e la costruzione di un parallelo percorso di lettura (alchemico-psicologico e politico-civile) quale luogo di una possibile sintesi umanistica, e di un’idea di teatro mirante utopicamente al rito come “partecipazione attiva”.
Music Theatre, Dance, Live Electronics, Politic Commitment, Alchemy
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