l saggio intende inquadrare le recenti riforme del lavoro in Italia (riconducibili all’acronimo Jobs Act) nel più generale contesto di crisi economica e delle trasformazioni del lavoro e dell’impresa nella varietà dei capitalismi. La crisi viene ritenuta strutturale e il cambiamento della regolazione lavoristica non soltanto congiunturale, ma altrettanto strutturale: un cambiamento di paradigma. Le risposte dei giuslavoristi, così come quelle dei politologi e dei sociologi, si attestano intorno a un riformismo ancora possibile (opzione prediletta dall’Autore), ovvero a un pessimismo più profondo circa la possibilità di alternative strategiche riformiste. Nella parte centrale del saggio l’Autore si interroga sul rapporto tra tali cambiamenti e, tarellianamente, le ideologie dei giuslavoristi, individuando tre (o quattro) diverse letture e interpretazioni a partire da alcuni temi salienti: la concezione dei diritti fondamentali e della norma lavoristica (la crisi della inderogabilità), il contratto di lavoro, il ruolo del sindacato, la considerazione dell’impresa, ecc. I temi sono solo esemplificativi di una possibile ricostruzione teorica e metodologica del diritto del lavoro e delle sue tecniche di regolazione, a partire dalla concezione personalizzata dell’eguaglianza di A. Sen e da una visione terza del metodo e dei contenuti del diritto del lavoro, rispettosa della tradizione ma aperta al rinnovamento.

Impresa, lavoro, diritto nella stagione del Jobs Act

CARUSO, Sebastiano Bruno
2016-01-01

Abstract

l saggio intende inquadrare le recenti riforme del lavoro in Italia (riconducibili all’acronimo Jobs Act) nel più generale contesto di crisi economica e delle trasformazioni del lavoro e dell’impresa nella varietà dei capitalismi. La crisi viene ritenuta strutturale e il cambiamento della regolazione lavoristica non soltanto congiunturale, ma altrettanto strutturale: un cambiamento di paradigma. Le risposte dei giuslavoristi, così come quelle dei politologi e dei sociologi, si attestano intorno a un riformismo ancora possibile (opzione prediletta dall’Autore), ovvero a un pessimismo più profondo circa la possibilità di alternative strategiche riformiste. Nella parte centrale del saggio l’Autore si interroga sul rapporto tra tali cambiamenti e, tarellianamente, le ideologie dei giuslavoristi, individuando tre (o quattro) diverse letture e interpretazioni a partire da alcuni temi salienti: la concezione dei diritti fondamentali e della norma lavoristica (la crisi della inderogabilità), il contratto di lavoro, il ruolo del sindacato, la considerazione dell’impresa, ecc. I temi sono solo esemplificativi di una possibile ricostruzione teorica e metodologica del diritto del lavoro e delle sue tecniche di regolazione, a partire dalla concezione personalizzata dell’eguaglianza di A. Sen e da una visione terza del metodo e dei contenuti del diritto del lavoro, rispettosa della tradizione ma aperta al rinnovamento.
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