La luogotenenza nel Mezzogiorno. I conflitti politici e l'unificazione amministrativa

THE LIEUTENANCY IN THE SOUTHERN ITALY.Political conflicts and administrative unificationThe essay analyses the Lieutenancy in the Southern Italy as a form of transitional government by the Bourbon regime to the new unitary state. Through the consultation of documents and reading the correspondence of the protagonists, the author reflects mainly on existing conflicts inside the ruling class for its abolition. During the last Cavour's government, the fate of the Lieutenancy is closely intertwined with the examination of the Minghetti's projects about the administrative system. The Prime Minister, though their rejection, commissioned by the ruling groups those are from the provinces and belonging to migration, he still hopes to be able to approve by the Parliament the part of the projects dedicated to local autonomies and to the Region as a government institution. After his sudden death in June 1861, his successor, Ricasoli, moves towards the adoption of the centralized system. The documentation shows that the choices of the tuscan statesman obtained the approval of the majority of the ruling class. To speed the times up the abolition of the Lieutenancy contributed the duality of powers between the central government and the Lieutenancy's government on the themes of repression of brigandage and the organization of the administrative life in the Southern Italy.

Il saggio analizza la Luogotenenza nel Mezzogiorno come forma di governo transitorio dal regime borbonico al nuovo Stato unitario. Attraverso la consultazione delle carte d’archivio e la lettura dei carteggi dei protagonisti, l’autrice si sofferma principalmente sui conflitti esistenti all’interno della classe dirigente per la sua abolizione. Durante l’ultimo governo Cavour, il destino della Luogotenenza si intreccia strettamente con l’esame dei progetti Minghetti sull’ordinamento amministrativo. Il presidente del Consiglio, nonostante la loro bocciatura, voluta dai gruppi dirigenti provenienti dalle province e appartenenti all’emigrazione, spera ancora di poter fare approvare dal Parlamento la parte dei progetti dedicata alle autonomie locali, ai consorzi e alla Regione come ente governativo. Dopo la sua morte improvvisa nel giugno 1861, il suo successore, Ricasoli, si orienta verso l’adozione del sistema accentrato. Dalla documentazione emerge che le scelte dello statista toscano ottennero il consenso della maggioranza della classe dirigente. Ad accelerare i tempi dell’abolizione della Luogotenenza contribuì il dualismo di poteri tra il governo centrale e il governo luogotenenziale sui temi della repressione del brigantaggio e dell’organizzazione della vita amministrativa nel Mezzogiorno.