"Pauperes" e nuovi "patroni": fenomeni di ribellione e attività di mediazione nella storiografia ecclesiastica

Allorché si definì in maniera più netta il rapporto tra clerici e laici al servizio di Dio e del suo popolo e si saldò, di conseguenza, l’unione della nuova organizzazione con l’enthermos laos dei pauperes, lo scontro con il modello ‘civico’ di società ancora persistente divenne inevitabile. La consapevolezza raggiunta permise alla plebs Dei di battersi con determinazione per la sostituzione del vecchio modello con il nuovo, di tipo economico, maggiormente trasversale e sostanzialmente universale, in cui la società nel suo complesso era ormai definita secondo le categorie di ricchezza e povertà, in cui il controllo della sperequazione sociale e la cura del rapporto tra ricchi e poveri era affidato alla gestione da parte del vescovo e dei suoi collaboratori dell’attività assistenziale. L’azione dei monaci, su questa scia, venne ad assumere il carattere di una lotta per il potere, in cui si trattava di difendere la propria identità culturale e religiosa, nonché l’acquisita funzione sociale e la preminenza politica conquistata.