En jurisprudence, la possibilité d’appliquer les mesures alternatives à la détention aux étrangers clandestins ou irrégulièrement établis dans le territoire de l'Etat a donné lieu, pendant longtemps, à beaucoup de divergences. En particulier, le débat concerne le système de la mise à l’épreuve. En 2006, la Cour de cassation a résolu le problème en reconnaissant aux étrangers cette faculté et, en 2007, la Cour constitutionnelle a soutenu la même idée en déclarant l’illégitimité des normes sur la mise à l’épreuve avec suivre et sur le régime de semi-liberté quand leur application empêche aux clandestins de jouir des bénéfices pénitenciers à cause de leur condition subjective. Même si on peut se rallier à cette opinion, des doutes restent. En effet, la Cour constitutionnelle n’a pas affronté le problème de l’éventuelle convergence dans l’application des normes sur les mesures alternatives et de l’article 16, cinquième alinéa, du texte unique n. 286 du 1998, qui considère l’expulsion des étrangers clandestins comme une mesure alternative à la détention. En général, on devrait analyser la légitimité du traitement diversifié des condamnés à cause de leur condition de clandestinité.

For a long time a vexed matter in jurisprudence has been the possibility of applying alternative measures to aliens who were clandestinely or irregularly in State territory. The question particularly concerns probation system. In 2006 the Supreme Court has solved the problem allowing this possibility to aliens, and this idea has been confirmed in 2007 by the Constitutional Court, that has declared the illegitimacy of rules concerning probation and day release if they were applied excluding in any case clandestine and irregular aliens from penitentiary benefits. Even though this position, that can be absolutely shared, some doubts remain. In fact, the Constitutional Court hasn’t defined the problem regarding the concurrence of application of the rules concerning alternative measures in general, from one hand, and the fifth paragraph of art. 16 of Act 286/98, concerning expulsion of clandestine or irregular aliens as alternative measure, from the other hand. As a general question, it must be analysed the justifiability of a different treatment of prisoners just for their condition of clandestineness or irregularity.

Per molto tempo in giurisprudenza è sussistito un ampio contrasto in merito al riconoscimento della possibilità di applicare anche agli stranieri clandestini o irregolari le misure alternative alla detenzione, in particolar modo l’affidamento in prova al servizio sociale. Con una decisione del 2006 la questione è stata apparentemente risolta dalle Sezioni unite della Corte di cassazione, che hanno ammesso questa possibilità. Poi è intervenuta nel 2007 la Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità delle disposizioni in materia di affidamento in prova al servizio sociale e di semilibertà se interpretate nel senso di escludere in ogni caso lo straniero clandestino o irregolare dal godimento dei benefici penitenziari. Tuttavia, permangono dei dubbi poiché, pur essendo pienamente condivisibile l’affermazione di principio espressa dal giudice delle leggi, la Consulta non ha definito il problema della eventuale convergenza applicativa fra le norme della legge sull’ordinamento penitenziario in materia di misure alternative e l’art. 16, quinto comma, del testo unico sull’immigrazione, relativo alla misura alternativa dell’espulsione dello straniero. In generale, va affrontato il problema della legittimità di un trattamento diversificato del detenuto in ragione del suo stato di clandestinità o irregolarità.

Stranieri e misure alternative alla detenzione carceraria. Considerazioni sulla sentenza della Corte costituzionale n. 78 del 2007

LANZA, Enrico
2007-01-01

Abstract

For a long time a vexed matter in jurisprudence has been the possibility of applying alternative measures to aliens who were clandestinely or irregularly in State territory. The question particularly concerns probation system. In 2006 the Supreme Court has solved the problem allowing this possibility to aliens, and this idea has been confirmed in 2007 by the Constitutional Court, that has declared the illegitimacy of rules concerning probation and day release if they were applied excluding in any case clandestine and irregular aliens from penitentiary benefits. Even though this position, that can be absolutely shared, some doubts remain. In fact, the Constitutional Court hasn’t defined the problem regarding the concurrence of application of the rules concerning alternative measures in general, from one hand, and the fifth paragraph of art. 16 of Act 286/98, concerning expulsion of clandestine or irregular aliens as alternative measure, from the other hand. As a general question, it must be analysed the justifiability of a different treatment of prisoners just for their condition of clandestineness or irregularity.
2007
En jurisprudence, la possibilité d’appliquer les mesures alternatives à la détention aux étrangers clandestins ou irrégulièrement établis dans le territoire de l'Etat a donné lieu, pendant longtemps, à beaucoup de divergences. En particulier, le débat concerne le système de la mise à l’épreuve. En 2006, la Cour de cassation a résolu le problème en reconnaissant aux étrangers cette faculté et, en 2007, la Cour constitutionnelle a soutenu la même idée en déclarant l’illégitimité des normes sur la mise à l’épreuve avec suivre et sur le régime de semi-liberté quand leur application empêche aux clandestins de jouir des bénéfices pénitenciers à cause de leur condition subjective. Même si on peut se rallier à cette opinion, des doutes restent. En effet, la Cour constitutionnelle n’a pas affronté le problème de l’éventuelle convergence dans l’application des normes sur les mesures alternatives et de l’article 16, cinquième alinéa, du texte unique n. 286 du 1998, qui considère l’expulsion des étrangers clandestins comme une mesure alternative à la détention. En général, on devrait analyser la légitimité du traitement diversifié des condamnés à cause de leur condition de clandestinité.
Per molto tempo in giurisprudenza è sussistito un ampio contrasto in merito al riconoscimento della possibilità di applicare anche agli stranieri clandestini o irregolari le misure alternative alla detenzione, in particolar modo l’affidamento in prova al servizio sociale. Con una decisione del 2006 la questione è stata apparentemente risolta dalle Sezioni unite della Corte di cassazione, che hanno ammesso questa possibilità. Poi è intervenuta nel 2007 la Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità delle disposizioni in materia di affidamento in prova al servizio sociale e di semilibertà se interpretate nel senso di escludere in ogni caso lo straniero clandestino o irregolare dal godimento dei benefici penitenziari. Tuttavia, permangono dei dubbi poiché, pur essendo pienamente condivisibile l’affermazione di principio espressa dal giudice delle leggi, la Consulta non ha definito il problema della eventuale convergenza applicativa fra le norme della legge sull’ordinamento penitenziario in materia di misure alternative e l’art. 16, quinto comma, del testo unico sull’immigrazione, relativo alla misura alternativa dell’espulsione dello straniero. In generale, va affrontato il problema della legittimità di un trattamento diversificato del detenuto in ragione del suo stato di clandestinità o irregolarità.
extracomunitari; affidamento in prova; semilibertà
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/24736
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