The Supreme Court, section VI, faces with judgement n. 10153 some issues of interpretation of the rules governing the preventive confiscation measure , still the subject of conflicting interpretations , offering the opportunity for a renewed reflection on the most problematic aspects of this legislation and to offer an interpretation, as constitutionally oriented as possible, of this form of confiscation, whose model approximates a real actio in rem. The Supreme Court reiterates the constitutional legitimacy of the separation of patrimonial measures from the personal and the related possibility to apply it also to the deceased in the preceding five years, as well as the - problematic - choice of criminal policy to broaden its application to all subjects "generically dangerous". The Court stresses the need for the investigation of the social dangerousness of the owner, even if no longer present, denying the configuration of a pure actio in rem; it denies the criminal nature ( instead affirmed by the judgment Occhipinti n. 14042 ) of the preventive confiscation; it requires proof of the temporal connection between the time of purchase of the property to be confiscated and the social dangerousness of the suspect. In particular, then, the Court offers a restrictive interpretation of the rules of the fictitious assignments ex §. 14 of art. 2 ter l. 575 / '65 and art . 26 cod. mis. of prev., denying its application in the event of subsequent translational trading acts , and requiring a rigorous assessment of the availability of the goods in the hands of the suspect, before his death in the particular case, in order to enable the confiscation.

La VI Sezione affronta con la sentenza n. 10153 alcune questioni interpretative relative alla disciplina della confisca misura di prevenzione, ancora oggetto di orientamenti contrastanti, offrendo l'occasione per una rinnovata riflessione sugli aspetti più problematici di tale normativa e per tentare di offrire un'interpretazione il più possibile costituzionalmente orientata di tale forma di confisca, il cui modello si avvicina ad una vera e propria actio in rem. La Suprema Corte ribadisce la legittimità costituzionale della separazione delle misure patrimoniali dalle personali e la connessa possibilità di applicarla anche nei confronti del deceduto nei cinque anni precedenti, nonché la - problematica - scelta di politica criminale di allargarne l'ambito di applicazione a tutti i soggetti a pericolosità generica; sottolinea la necessità dell'accertamento incidentale della pericolosità sociale del prevenuto, anche se non più attuale, negando la configurazione di un actio in rem pura; riafferma la natura non sanzionatoria di natura penale (affermata invece nella sentenza Occhipinti n. 14044), della confisca di prevenzione; richiede la prova della correlazione temporale tra il momento dell'acquisto dei beni da confiscare e la pericolosità sociale. In particolare, poi, la Corte offre un'interpretazione restrittiva della disciplina delle intestazioni fittizie ex c. 14 dell'art. 2 ter l. 575/'65 e art. 26 cod. mis. di prev., negandone l'applicazione nell'ipotesi di successivi atti traslativi, e richiedendo un rigoroso accertamento della disponibilità dei beni in capo al prevenuto, prima della morte nel caso di specie, per consentire la confisca.

UN’INTERPRETAZIONE RESTRITTIVA DELLE INTESTAZIONI FITTIZIE AI FINI DELLA CONFISCA MISURA DI PREVENZIONE TRA QUESTIONI ANCORA IRRISOLTE (natura della confisca e correlazione temporale). A NARROW INTERPRETATION OF FICTITIOUS ASSIGNMENTS IN ORDER TO APPLY THE PREVENTIVE MEASURE OF CONFISCATION AMONG ISSUES STILL UNRESOLVED (NATURE OF CONFISCATION AND TEMPORAL CORRELATION).

MAUGERI, Anna Maria
2014-01-01

Abstract

The Supreme Court, section VI, faces with judgement n. 10153 some issues of interpretation of the rules governing the preventive confiscation measure , still the subject of conflicting interpretations , offering the opportunity for a renewed reflection on the most problematic aspects of this legislation and to offer an interpretation, as constitutionally oriented as possible, of this form of confiscation, whose model approximates a real actio in rem. The Supreme Court reiterates the constitutional legitimacy of the separation of patrimonial measures from the personal and the related possibility to apply it also to the deceased in the preceding five years, as well as the - problematic - choice of criminal policy to broaden its application to all subjects "generically dangerous". The Court stresses the need for the investigation of the social dangerousness of the owner, even if no longer present, denying the configuration of a pure actio in rem; it denies the criminal nature ( instead affirmed by the judgment Occhipinti n. 14042 ) of the preventive confiscation; it requires proof of the temporal connection between the time of purchase of the property to be confiscated and the social dangerousness of the suspect. In particular, then, the Court offers a restrictive interpretation of the rules of the fictitious assignments ex §. 14 of art. 2 ter l. 575 / '65 and art . 26 cod. mis. of prev., denying its application in the event of subsequent translational trading acts , and requiring a rigorous assessment of the availability of the goods in the hands of the suspect, before his death in the particular case, in order to enable the confiscation.
2014
La VI Sezione affronta con la sentenza n. 10153 alcune questioni interpretative relative alla disciplina della confisca misura di prevenzione, ancora oggetto di orientamenti contrastanti, offrendo l'occasione per una rinnovata riflessione sugli aspetti più problematici di tale normativa e per tentare di offrire un'interpretazione il più possibile costituzionalmente orientata di tale forma di confisca, il cui modello si avvicina ad una vera e propria actio in rem. La Suprema Corte ribadisce la legittimità costituzionale della separazione delle misure patrimoniali dalle personali e la connessa possibilità di applicarla anche nei confronti del deceduto nei cinque anni precedenti, nonché la - problematica - scelta di politica criminale di allargarne l'ambito di applicazione a tutti i soggetti a pericolosità generica; sottolinea la necessità dell'accertamento incidentale della pericolosità sociale del prevenuto, anche se non più attuale, negando la configurazione di un actio in rem pura; riafferma la natura non sanzionatoria di natura penale (affermata invece nella sentenza Occhipinti n. 14044), della confisca di prevenzione; richiede la prova della correlazione temporale tra il momento dell'acquisto dei beni da confiscare e la pericolosità sociale. In particolare, poi, la Corte offre un'interpretazione restrittiva della disciplina delle intestazioni fittizie ex c. 14 dell'art. 2 ter l. 575/'65 e art. 26 cod. mis. di prev., negandone l'applicazione nell'ipotesi di successivi atti traslativi, e richiedendo un rigoroso accertamento della disponibilità dei beni in capo al prevenuto, prima della morte nel caso di specie, per consentire la confisca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/28019
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