Il presente contributo affronta la problematica questione dell’esecuzione delle sentenze della Corte EDU nel nostro ordinamento. Dopo alcuni cenni sulla sentenza n. 113/11 della Corte Costituzionale e sulle precedenti soluzioni giurisprudenziali, l’attenzione è stata limitata alle ipotesi in cui la Corte rinvenga una violazione attinente al diritto penale sostanziale: ci si è soffermati sull’art. 7 CEDU e, brevemente, sull’art. 10 CEDU. Mentre nelle ipotesi di violazioni di natura processuale il rimedio più idoneo per garantire al ricorrente un’adeguata restitutio in integrum è la “revisione europea”, nei casi di violazioni sostanziali si è maturata la convinzione che il rimedio più efficace sia quello dell’incidente di esecuzione, anche sulla base di alcuni recenti approdi delle SU che hanno valorizzato la fase esecutiva. Nell’affrontare la questione, inoltre, si è accennato ai possibili rimedi esperibili da coloro i quali, pur versando nella medesima situazione del ricorrente vittorioso a Strasburgo, non abbiano però presentato il ricorso alla Corte Europea. Nel complesso, è emerso in modo inequivocabile che, nelle ipotesi di conclamata violazione dei diritti umani, la res iudicata tende a perdere la tradizionale aura di intangibilità
L'incidenza sul giudicato interno delle sentenze della Corte europea che accertano violazioni attinenti al diritto penale sostanziale
Grasso, Giovanni
;Giuffrida, Fabio
2015-01-01
Abstract
Il presente contributo affronta la problematica questione dell’esecuzione delle sentenze della Corte EDU nel nostro ordinamento. Dopo alcuni cenni sulla sentenza n. 113/11 della Corte Costituzionale e sulle precedenti soluzioni giurisprudenziali, l’attenzione è stata limitata alle ipotesi in cui la Corte rinvenga una violazione attinente al diritto penale sostanziale: ci si è soffermati sull’art. 7 CEDU e, brevemente, sull’art. 10 CEDU. Mentre nelle ipotesi di violazioni di natura processuale il rimedio più idoneo per garantire al ricorrente un’adeguata restitutio in integrum è la “revisione europea”, nei casi di violazioni sostanziali si è maturata la convinzione che il rimedio più efficace sia quello dell’incidente di esecuzione, anche sulla base di alcuni recenti approdi delle SU che hanno valorizzato la fase esecutiva. Nell’affrontare la questione, inoltre, si è accennato ai possibili rimedi esperibili da coloro i quali, pur versando nella medesima situazione del ricorrente vittorioso a Strasburgo, non abbiano però presentato il ricorso alla Corte Europea. Nel complesso, è emerso in modo inequivocabile che, nelle ipotesi di conclamata violazione dei diritti umani, la res iudicata tende a perdere la tradizionale aura di intangibilitàI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.