Il lavoro evidenzia come, nelle costituzioni pluraliste, gli istituti di democrazia diretta non sono contemplati per rispondere a esigenze intrinseche o “immanenti” al primato del Parlamento o al funzionamento dello Stato-apparato, ma al fine di mantenere in comunicazione la funzione di governo col principio di sovranità popolare di fronte alle dinamiche evolutive dei valori che man mano si affermano nello Stato-comunità; essi, in sostanza, valgono a perfezionare le potenzialità della sovranità popolare, in quanto capace di manifestazioni, partecipative e deliberative, di segno antagonista rispetto alla volontà dello Stato-persona. Nello Stato pluralista, democrazia rappresentativa e potere diretto popolare stanno insieme, sostenendosi reciprocamente: in sostanza, l’una ha bisogno dell’altro, proprio perché, per definizione, il pluralismo dei bisogni e dei valori difficilmente si presta a essere irreggimentato in apparati istituzionali che, sebbene improntati alla fondamentale regola della massima rappresentatività, non possono mai essere le uniche “sedi” della sovranità popolare. Nei processi di continua evoluzione che coinvolgono le società complesse, il binomio rappresentanza-democrazia diretta è messo costantemente alla prova e può richiedere l’assunzione di nuove modalità partecipative, anche se l’esperienza italiana più recente mostra che, nei momenti di crisi della rappresentanza politica parlamentare, il popolo stenta ad assumere il ruolo di decisore ultimo, e giammai esclusivo.
Democrazia diretta e democrazia rappresentativa in Italia: crisi dei tradizionali istituti di partecipazione politica e riforme mancate
CASTORINA, EMILIO SALVATORE
2017-01-01
Abstract
Il lavoro evidenzia come, nelle costituzioni pluraliste, gli istituti di democrazia diretta non sono contemplati per rispondere a esigenze intrinseche o “immanenti” al primato del Parlamento o al funzionamento dello Stato-apparato, ma al fine di mantenere in comunicazione la funzione di governo col principio di sovranità popolare di fronte alle dinamiche evolutive dei valori che man mano si affermano nello Stato-comunità; essi, in sostanza, valgono a perfezionare le potenzialità della sovranità popolare, in quanto capace di manifestazioni, partecipative e deliberative, di segno antagonista rispetto alla volontà dello Stato-persona. Nello Stato pluralista, democrazia rappresentativa e potere diretto popolare stanno insieme, sostenendosi reciprocamente: in sostanza, l’una ha bisogno dell’altro, proprio perché, per definizione, il pluralismo dei bisogni e dei valori difficilmente si presta a essere irreggimentato in apparati istituzionali che, sebbene improntati alla fondamentale regola della massima rappresentatività, non possono mai essere le uniche “sedi” della sovranità popolare. Nei processi di continua evoluzione che coinvolgono le società complesse, il binomio rappresentanza-democrazia diretta è messo costantemente alla prova e può richiedere l’assunzione di nuove modalità partecipative, anche se l’esperienza italiana più recente mostra che, nei momenti di crisi della rappresentanza politica parlamentare, il popolo stenta ad assumere il ruolo di decisore ultimo, e giammai esclusivo.File | Dimensione | Formato | |
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