“Sapientia Dei” come “filosofia prima” in Berengario di Tours

Dai pochi e frammentari scritti di Berengario di Tours che abbiamo l’opportunità di leggere, tutti riconducibili alla sua generosa e sfortunata partecipazione alla ripresa della controversia eucaristica dopo la metà dell’XI secolo, emerge la consapevolezza del carattere razionale della sacra doctrina e di conseguenza della compatibilità, e addirittura della priorità nell’ordine della conoscenza, dell’uso delle arti rispetto al ricorso alle auctoritates. In definitiva, da tali scritti, e segnatamente dal Rescriptum contra Lanfrannum, emerge l’esigenza di una teologia razionale, in un certo senso di un contributo del pensiero cristiano all’ontologia, e la filosofia in tal modo appare non più come una forma culturale definitivamente “tramontata”, se non ostile alla fede, ma come un sapere “vivo”.