In un articolo del 1955, Brancati rileva la contraddizione tra la potenzialità demistificante della realtà interna all’opera verghiana e la visione conservatrice esterna a essa, che emerge da scritti sparsi e dalla sua biografia. Ciò aveva lasciato spazio a un ‘riuso’ politico di Verga, che Brancati colloca nel 1929 e che ascrive a un articolo del ministro Bottai, che di Verga aveva fatto un precursore del fascismo. Seppur con un senso diverso, l’articolo aveva suscitato l’apprezzamento di Gramsci, che considerava Verga in una più ampia questione di storia della cultura e degli intellettuali italiani. Identificando naturalismo e preminenza della nazione, Bottai attribuisce a Verga una serie di corollari che ne forzano il pensiero. Risulta più apprezzabile la pars destruens dell’articolo, che intendeva negare un orientamento filosocialista e democratico del catanese e che aveva portato Gramsci a definire “esatte” le conclusioni generali di Bottai. Di più, per Gramsci l’opera di Verga costituisce un documento delle contraddizioni del nostro Risorgimento e un tassello per comprendere il problema della “Assenza di un carattere nazionale-popolare nella letteratura italiana".
Verga “politico” tra Bottai e Gramsci
MANGANARO, ANDREA
2010-01-01
Abstract
In un articolo del 1955, Brancati rileva la contraddizione tra la potenzialità demistificante della realtà interna all’opera verghiana e la visione conservatrice esterna a essa, che emerge da scritti sparsi e dalla sua biografia. Ciò aveva lasciato spazio a un ‘riuso’ politico di Verga, che Brancati colloca nel 1929 e che ascrive a un articolo del ministro Bottai, che di Verga aveva fatto un precursore del fascismo. Seppur con un senso diverso, l’articolo aveva suscitato l’apprezzamento di Gramsci, che considerava Verga in una più ampia questione di storia della cultura e degli intellettuali italiani. Identificando naturalismo e preminenza della nazione, Bottai attribuisce a Verga una serie di corollari che ne forzano il pensiero. Risulta più apprezzabile la pars destruens dell’articolo, che intendeva negare un orientamento filosocialista e democratico del catanese e che aveva portato Gramsci a definire “esatte” le conclusioni generali di Bottai. Di più, per Gramsci l’opera di Verga costituisce un documento delle contraddizioni del nostro Risorgimento e un tassello per comprendere il problema della “Assenza di un carattere nazionale-popolare nella letteratura italiana".File | Dimensione | Formato | |
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