SUI COSTI DELLA POLITICA LA CORTE COSTITUZIONALE MARCA LA DISTINZIONE TRA REGIONI ORDINARIE E REGIONI SPECIALI.RIFLESSIONI A MARGINE DI CORTE COSTITUZIONALE 20 LUGLIO 2012 N. 198

A più di dieci anni dalla riforma del titolo V della Costituzione, ovvero in una fase in cui avremmo dovuto fare un primo bilancio dell’esperienza federalista nel nostro ordinamento, ci si ritrova, al contrario, a registrare, sotto molteplici aspetti, una tendenza che potremmo definire neo centralista. Tale tendenza appare legata alla necessità di contenere la spesa pubblica, specialmente i costi della politica,e di ricondurre ad unità il paese attraverso una intensa attività del legislatore statale di “coordinamento della finanza pubblica”. Tra le vittime del neo centralismo sembra esserci la specialità regionale. Al di là delle enunciazioni di principio il legislatore statale ha finito di fatto per rendere le regioni differenziate partecipi, allo stesso modo di quelle ordinarie, del complesso processo di riduzione della spesa pubblica, dando luogo, anche sul versante dell’autonomia finanziaria, ad una omogeneizzazione tra i due tipi di regionalismo a dispetto dell'art. 116 Cost. che mantiene la specialità regionale.