Lo studio si occupa dei profili di organizzazione del Consigli regionali dopo le modifiche indotte al sistema di decentramento politico provocato dalle leggi costituzionali n. 1 del 1999 e n. 3 del 2001. In tal senso la singolarità che emerge dalla ricerca concerne il mantenimento, pur dopo la riforma degli statuti regionali, dei criteri tradizionali di organizzazione delle assemblee elettive, ancora in massima parte ispirati alla suddivisione degli eletti in gruppi politici, sulla scorta del modello offerto dal Parlamento nazionale. In quest'ottica vengono rilevate le più evidenti discrasie di tale modello organizzatorio rispetto al consolidamento di forme di governo regionali diverse dal prototipo del governo parlamentare a tendenza assembleare offerto dal testo originario dell'art. 122 Cost. In particolare, poi, l'indagine si sofferma sulla più rilevante differenza tra i gruppi regionali e gli analoghi gruppi parlamentari, consistente nel c.d. monogruppo, presente in molte regioni, di cui viene evidenziata l'incoerenza rispetto all'obiettivo di semplificazione del quadro politico-parlamentare, che ha guidato in molti casi il varo dei nuovi testi statutari e dei conseguenti regolamenti consiliari oltreché l'approvazione da parte delle Regioni delle diverse leggi elettorali, ponendosi come fonte di persistente frammentazione politica in contrasto con la logica del bipolarismo e dell'alternanza.
Profili di organizzazione dei Consigli regionali: i gruppi consiliari
CIANCIO, Adriana
2009-01-01
Abstract
Lo studio si occupa dei profili di organizzazione del Consigli regionali dopo le modifiche indotte al sistema di decentramento politico provocato dalle leggi costituzionali n. 1 del 1999 e n. 3 del 2001. In tal senso la singolarità che emerge dalla ricerca concerne il mantenimento, pur dopo la riforma degli statuti regionali, dei criteri tradizionali di organizzazione delle assemblee elettive, ancora in massima parte ispirati alla suddivisione degli eletti in gruppi politici, sulla scorta del modello offerto dal Parlamento nazionale. In quest'ottica vengono rilevate le più evidenti discrasie di tale modello organizzatorio rispetto al consolidamento di forme di governo regionali diverse dal prototipo del governo parlamentare a tendenza assembleare offerto dal testo originario dell'art. 122 Cost. In particolare, poi, l'indagine si sofferma sulla più rilevante differenza tra i gruppi regionali e gli analoghi gruppi parlamentari, consistente nel c.d. monogruppo, presente in molte regioni, di cui viene evidenziata l'incoerenza rispetto all'obiettivo di semplificazione del quadro politico-parlamentare, che ha guidato in molti casi il varo dei nuovi testi statutari e dei conseguenti regolamenti consiliari oltreché l'approvazione da parte delle Regioni delle diverse leggi elettorali, ponendosi come fonte di persistente frammentazione politica in contrasto con la logica del bipolarismo e dell'alternanza.File | Dimensione | Formato | |
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