Sono stata affascinata da Carlo Muscetta ancor prima del nostro effettivo incontro. Non perché ne avessi letto gli scritti, ma perché ne avevo sentito parlare durante il mio ultimo anno di liceo da alcuni giovani universitari che organizzavano nella mia città le gloriose serate del CUC (Centro Universitario Cinematografico), alle quali ebbi la chance di partecipare. Le gesta del professore di sinistra e anticonformista, venuto da Roma a occupare la Cattedra di Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere di Catania ed esaltato nei racconti di quanti, anche uditori liberi, frequentavano le sue lezioni, mi predisposero favorevolmente all’appuntamento con colui che sarebbe diventato il mio maestro. L’incontro fu infatti segnato da una immediata reciprocità. Ma da Muscetta appresi più l’amore profondo per la letteratura, che non la passione ideologica che caratterizzava principalmente il suo ritratto di allora. Per questo ho voluto qui riunire solo alcuni interventi rivolti al lavoro del critico letterario, all’appassionato lettore dell’Ariosto segnatamente ed anche al fine traduttore di poesia. Ho voluto qui ricordare le delicate traduzioni da Molière e da Victor Hugo meno note rispetto alla celebre e fortunata traduzione delle Fleurs du mal.

Carlo Muscetta

GALVAGNO, Rosalba
2013-01-01

Abstract

Sono stata affascinata da Carlo Muscetta ancor prima del nostro effettivo incontro. Non perché ne avessi letto gli scritti, ma perché ne avevo sentito parlare durante il mio ultimo anno di liceo da alcuni giovani universitari che organizzavano nella mia città le gloriose serate del CUC (Centro Universitario Cinematografico), alle quali ebbi la chance di partecipare. Le gesta del professore di sinistra e anticonformista, venuto da Roma a occupare la Cattedra di Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere di Catania ed esaltato nei racconti di quanti, anche uditori liberi, frequentavano le sue lezioni, mi predisposero favorevolmente all’appuntamento con colui che sarebbe diventato il mio maestro. L’incontro fu infatti segnato da una immediata reciprocità. Ma da Muscetta appresi più l’amore profondo per la letteratura, che non la passione ideologica che caratterizzava principalmente il suo ritratto di allora. Per questo ho voluto qui riunire solo alcuni interventi rivolti al lavoro del critico letterario, all’appassionato lettore dell’Ariosto segnatamente ed anche al fine traduttore di poesia. Ho voluto qui ricordare le delicate traduzioni da Molière e da Victor Hugo meno note rispetto alla celebre e fortunata traduzione delle Fleurs du mal.
2013
Carlo Muscetta, maestro, critico, letteratura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/32839
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