Per dare concrete risposte alla diffusa situazione di infelicità, occorre spostarsi sul piano dell’amministrazione, dove si rendono effettivi diritti e libertà e dove si richiedono i doveri. Ed è proprio in relazione ai diritti ed ai doveri, in rapporto all'amministrazione, che la felicità, parola ultima, si realizza. In questa prospettiva la felicità non si identifica nella ricerca del piacere secondo la prospettiva edonistica che si rifà a Jeremy Bentham ovvero alla visione illuministica di Beccaria e Smith e dello stesso Voltaire né nell'idea di vita fondata sulla virtù secondo la prospettiva stoica, essendo invece l'esito della concretizzazione di principi, diritti, doveri sul piano dei rapporti persona/amministrazione. La felicità, parola ultima, costituisce la piena realizzazione della democrazia, attraverso la solidarietà, che è partecipazione attiva alla vita politica ed amministrativa, che è condivisione, che è libertà e responsabilità, anche verso le generazioni future. E per questo occorre una amministrazione che si "prossimizzi" per raggiungere ciascun individuo. E ciascun individuo sia poi capace di "farsi prossimo", assumendo doveri che concorrono con le responsabilità pubbliche. La felicità, dalla sfera individuale, di per se "limitata", si proietta in quella interindividuale e relazionale, facendo assumere impegni verso gli altri e verso le generazioni future. Solo ricomponendo il rapporto tra uomo e generazioni future, potrà “afferrarsi” la felicità, sentirla vicina, e vincersi quella che per Alexis de Tocqueville è la “malinconia che inquieta gli abitanti della democrazia”.

Diritto amministrativo e felicità

licciardello
2018-01-01

Abstract

Per dare concrete risposte alla diffusa situazione di infelicità, occorre spostarsi sul piano dell’amministrazione, dove si rendono effettivi diritti e libertà e dove si richiedono i doveri. Ed è proprio in relazione ai diritti ed ai doveri, in rapporto all'amministrazione, che la felicità, parola ultima, si realizza. In questa prospettiva la felicità non si identifica nella ricerca del piacere secondo la prospettiva edonistica che si rifà a Jeremy Bentham ovvero alla visione illuministica di Beccaria e Smith e dello stesso Voltaire né nell'idea di vita fondata sulla virtù secondo la prospettiva stoica, essendo invece l'esito della concretizzazione di principi, diritti, doveri sul piano dei rapporti persona/amministrazione. La felicità, parola ultima, costituisce la piena realizzazione della democrazia, attraverso la solidarietà, che è partecipazione attiva alla vita politica ed amministrativa, che è condivisione, che è libertà e responsabilità, anche verso le generazioni future. E per questo occorre una amministrazione che si "prossimizzi" per raggiungere ciascun individuo. E ciascun individuo sia poi capace di "farsi prossimo", assumendo doveri che concorrono con le responsabilità pubbliche. La felicità, dalla sfera individuale, di per se "limitata", si proietta in quella interindividuale e relazionale, facendo assumere impegni verso gli altri e verso le generazioni future. Solo ricomponendo il rapporto tra uomo e generazioni future, potrà “afferrarsi” la felicità, sentirla vicina, e vincersi quella che per Alexis de Tocqueville è la “malinconia che inquieta gli abitanti della democrazia”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/332995
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