Se il contribuente non ha validamente disconosciuto in giudizio la propria firma nella scrittura privata utilizzata dall’Ufficio come prova dell’accertamento, per la Cassazione si rende necessaria la querela di falso, dimostrandone la non genuinità. La sentenza della Cassazione trascura, tuttavia, di considerare che in relazione alla non rispondenza a verità del contenuto del documento privato non disconosciuto (e cioè, con riguardo al suo contenuto “intrinseco”) il principio affermato in altri precedenti è che la parte interessata può fornire prova contraria con gli ordinari mezzi consentiti dalla legge, senza necessità di proporre querela di falso.
Occorre querela di falso per contrastare la validità probatoria ai fini dell'accertamento di una scrittura privata riconosciuta?
Francesco Randazzo
2019-01-01
Abstract
Se il contribuente non ha validamente disconosciuto in giudizio la propria firma nella scrittura privata utilizzata dall’Ufficio come prova dell’accertamento, per la Cassazione si rende necessaria la querela di falso, dimostrandone la non genuinità. La sentenza della Cassazione trascura, tuttavia, di considerare che in relazione alla non rispondenza a verità del contenuto del documento privato non disconosciuto (e cioè, con riguardo al suo contenuto “intrinseco”) il principio affermato in altri precedenti è che la parte interessata può fornire prova contraria con gli ordinari mezzi consentiti dalla legge, senza necessità di proporre querela di falso.File | Dimensione | Formato | |
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