Si evidenziano pregi e difetti dello Zingarelli 2009, modello fortunatissimo della lessicografia scolastica italiana. Si apprezzano la ricchezza del lemmario, con segnalazione di sinonimi e inserti illustrati di nomenclatura, nonché la lemmatizzazione di formanti e confissi, la differenziazione ancorché non rigorosa sul piano diacronico con datazioni, diafasico, diamesico, diatopico e diastratico, gli stranierismi-doni, l’attenzione alla morfologia flessiva, e alle reggenze sintattiche. Un vero fiore all’occhiello il CD-rom del Vocabolario che contiene anche lo storico Tommaseo-Bellini (1861-1879). Si criticano d’altra parte l’ordinamento non-alfabetico degli avverbi in -mente, e dei derivati in -izzazione e -bilità, e l’uso dell’etichetta “comp.” per indicare non solo i composti ma anche i prefissati, i parasintetici e gli incroci. Grave la mancanza dell’IPA per le voci italiane. Del tutto soggettiva e ingiustificata è la segnalazione di circa 3000 voci “da salvare”. Gli etimi sincronici sono tendenzialmente omessi. Qua e là un certo atteggiamento puristico. Ambigua, contraddittoria e alla fine fuorviante la presentazione dell’opera di Massimo Arcangeli.
Luci e ombre della lessicografia italiana. Lo Zingarelli 2010
SGROI, Salvatore
2010-01-01
Abstract
Si evidenziano pregi e difetti dello Zingarelli 2009, modello fortunatissimo della lessicografia scolastica italiana. Si apprezzano la ricchezza del lemmario, con segnalazione di sinonimi e inserti illustrati di nomenclatura, nonché la lemmatizzazione di formanti e confissi, la differenziazione ancorché non rigorosa sul piano diacronico con datazioni, diafasico, diamesico, diatopico e diastratico, gli stranierismi-doni, l’attenzione alla morfologia flessiva, e alle reggenze sintattiche. Un vero fiore all’occhiello il CD-rom del Vocabolario che contiene anche lo storico Tommaseo-Bellini (1861-1879). Si criticano d’altra parte l’ordinamento non-alfabetico degli avverbi in -mente, e dei derivati in -izzazione e -bilità, e l’uso dell’etichetta “comp.” per indicare non solo i composti ma anche i prefissati, i parasintetici e gli incroci. Grave la mancanza dell’IPA per le voci italiane. Del tutto soggettiva e ingiustificata è la segnalazione di circa 3000 voci “da salvare”. Gli etimi sincronici sono tendenzialmente omessi. Qua e là un certo atteggiamento puristico. Ambigua, contraddittoria e alla fine fuorviante la presentazione dell’opera di Massimo Arcangeli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.