In June of 1946 Italy was waiting for the formation of the new political system calledupon to fill the void left by the collapse of the fascist dictatorship. The prefectural reportsdrawn up on the eve and in the days immediately following June 2 by “prefects of the Kingdom”of the major Italian cities contribute to reread the time of the birth of the Republicno longer as an episode in the struggle between the parties, but rather “as a moment of achoice directly entrusted Italians after long years in which they had not exercised their rightto vote “(Scoppola), giving greater prominence to the personal involvement of Italian citizenswho invested in that vote a huge emotional charge, not insignificant for a real historicalunderstanding event. The reports belie the argument that the middle class would havewarned the end of the monarchy as a time of national identity rupture. They, however,confirm the thesis on peacemaking and substantially consociational function of the referendumand the image of a country that was beginning to rebuild the foundation of civillife and a new republican and democratic state, in which opposing political forces werepreparing writing together one of the most open, advancend and liberal constitution in theWestern world.

Nel giugno del 1946 l’Italia aspettava la formazione del nuovo sistema politico chiamatoa riempire il vuoto lasciato dal crollo della dittatura fascista. Le relazioni prefettizie redattealla vigilia e nei giorni immediatamente seguenti il 2 giugno 1946 dai “prefetti del Regno”delle maggiori città italiane contribuiscono a rileggere il momento della nascita della Repubblicanon più come un episodio della lotta fra i partiti bensì «come momento di unascelta affidata direttamente agli italiani dopo lunghi anni in cui non avevano esercitato il dirittodi voto» (Scoppola), dando maggiore rilievo al coinvolgimento in prima persona deicittadini italiani che investirono in quel voto una enorme carica emotiva, non trascurabileper una reale comprensione storica dell’evento. La lettura delle relazioni smentisce la tesisecondo la quale i ceti medi avrebbero avvertito la fine della Monarchia come un momentodi rottura dell’identità nazionale. Risulta, invece, confermata la tesi sulla funzione pacificatricee sostanzialmente consociativa del referendum e l’immagine di un Paese che cominciavaa ricostruire dalle basi le fondamenta del vivere civile e di un nuovo Stato repubblicano edemocratico, nel quale forze politiche contrapposte si apprestavano a scrivere insieme unadelle costituzioni più aperte, avanzate e liberali del mondo occidentale.

2 giugno 1946: la «nuova forma istituzionale dello Stato» nelle relazioni dei «prefetti del regno d'Italia»

POIDOMANI, GIANCARLO
2016-01-01

Abstract

In June of 1946 Italy was waiting for the formation of the new political system calledupon to fill the void left by the collapse of the fascist dictatorship. The prefectural reportsdrawn up on the eve and in the days immediately following June 2 by “prefects of the Kingdom”of the major Italian cities contribute to reread the time of the birth of the Republicno longer as an episode in the struggle between the parties, but rather “as a moment of achoice directly entrusted Italians after long years in which they had not exercised their rightto vote “(Scoppola), giving greater prominence to the personal involvement of Italian citizenswho invested in that vote a huge emotional charge, not insignificant for a real historicalunderstanding event. The reports belie the argument that the middle class would havewarned the end of the monarchy as a time of national identity rupture. They, however,confirm the thesis on peacemaking and substantially consociational function of the referendumand the image of a country that was beginning to rebuild the foundation of civillife and a new republican and democratic state, in which opposing political forces werepreparing writing together one of the most open, advancend and liberal constitution in theWestern world.
2016
Nel giugno del 1946 l’Italia aspettava la formazione del nuovo sistema politico chiamatoa riempire il vuoto lasciato dal crollo della dittatura fascista. Le relazioni prefettizie redattealla vigilia e nei giorni immediatamente seguenti il 2 giugno 1946 dai “prefetti del Regno”delle maggiori città italiane contribuiscono a rileggere il momento della nascita della Repubblicanon più come un episodio della lotta fra i partiti bensì «come momento di unascelta affidata direttamente agli italiani dopo lunghi anni in cui non avevano esercitato il dirittodi voto» (Scoppola), dando maggiore rilievo al coinvolgimento in prima persona deicittadini italiani che investirono in quel voto una enorme carica emotiva, non trascurabileper una reale comprensione storica dell’evento. La lettura delle relazioni smentisce la tesisecondo la quale i ceti medi avrebbero avvertito la fine della Monarchia come un momentodi rottura dell’identità nazionale. Risulta, invece, confermata la tesi sulla funzione pacificatricee sostanzialmente consociativa del referendum e l’immagine di un Paese che cominciavaa ricostruire dalle basi le fondamenta del vivere civile e di un nuovo Stato repubblicano edemocratico, nel quale forze politiche contrapposte si apprestavano a scrivere insieme unadelle costituzioni più aperte, avanzate e liberali del mondo occidentale.
Italia repubblicana; State building; Nation building; Politica; Istituzioni; Elezioni politiche
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