In the novel A Harlot’s Progress (1999), David Dabydeen’s long-standing interest in the visual arts and his creative intervention in the current debate on the representation of violence/the violence of representation in the postcolonial context converge in a work of syncretic re-mythification. In A Harlot’s Progress, mythical discourse becomes both the densely charged locus for a critique of the white British textual and visual imperial archives and the conduit for literary transfiguration. As revealed by its complex layering of cross-cultural myths of origin embedded in Western and non-Western artistic, literary, religious and philosophical traditions, the novel sets out to prove how the violent trauma of the Middle Passage has produced both loss and excess of overlaying inscriptions, establishing the terrain for a transcendence of racialised terror towards the emergence of a (post-)colonial ecstatic consciousness.

Nel romanzo di David Dabydeen A Harlot’s Progress (1999), l’interesse dell’autore per le arti figurative ed il suo contributo creativo al dibattito odierno sulla rappresentazione della violenza/la violenza della rappresentazione nel contesto postcoloniale convergono in un processo di ri-mitizzazione sincretica. Nel romanzo il discorso mitico diviene il luogo densamente significante di una critica degli archivi imperiali britannici testuali e iconografici nonché il vettore di una trasfigurazione letteraria. Come dimostrano i numerosi rimandi ad una complessa stratificazione interculturale di miti delle origini radicati nelle tradizioni artistiche, letterarie, religiose e filosofiche occidentali e non-occidentali, il romanzo drammatizza i modi in cui il trauma violento della tratta atlantica abbia prodotto tanto una perdita quanto una sovrabbondante orditura di segni sovrapposti, creando spazi in grado di trascendere il terrore razziale e di far emergere una coscienza estatica (post-)coloniale.

“Between Ecstasy and Terror: David Dabydeen’s Mythical Transfiguration of the Imperial Archive”

NICOLOSI, MARIA GRAZIA
2014-01-01

Abstract

In the novel A Harlot’s Progress (1999), David Dabydeen’s long-standing interest in the visual arts and his creative intervention in the current debate on the representation of violence/the violence of representation in the postcolonial context converge in a work of syncretic re-mythification. In A Harlot’s Progress, mythical discourse becomes both the densely charged locus for a critique of the white British textual and visual imperial archives and the conduit for literary transfiguration. As revealed by its complex layering of cross-cultural myths of origin embedded in Western and non-Western artistic, literary, religious and philosophical traditions, the novel sets out to prove how the violent trauma of the Middle Passage has produced both loss and excess of overlaying inscriptions, establishing the terrain for a transcendence of racialised terror towards the emergence of a (post-)colonial ecstatic consciousness.
2014
Nel romanzo di David Dabydeen A Harlot’s Progress (1999), l’interesse dell’autore per le arti figurative ed il suo contributo creativo al dibattito odierno sulla rappresentazione della violenza/la violenza della rappresentazione nel contesto postcoloniale convergono in un processo di ri-mitizzazione sincretica. Nel romanzo il discorso mitico diviene il luogo densamente significante di una critica degli archivi imperiali britannici testuali e iconografici nonché il vettore di una trasfigurazione letteraria. Come dimostrano i numerosi rimandi ad una complessa stratificazione interculturale di miti delle origini radicati nelle tradizioni artistiche, letterarie, religiose e filosofiche occidentali e non-occidentali, il romanzo drammatizza i modi in cui il trauma violento della tratta atlantica abbia prodotto tanto una perdita quanto una sovrabbondante orditura di segni sovrapposti, creando spazi in grado di trascendere il terrore razziale e di far emergere una coscienza estatica (post-)coloniale.
Archivi coloniali britannici, tratta atlantica, coscienza interculturale, David Dabydeen; British colonial archives, Middle Passage, cross-cultural consciousness, David Dabydeen
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